Più volte ci si è interrogati sulle capacità dell’intelligenza artificiale di poter superare l’uomo. Se su certi aspetti gli esperti sostengono che siamo ancora lontani da questa possibilità, arriva però una dimostrazione che lascia sconcertati. Secondo quanto riporta Nature infatti un algoritmo sarebbe stato in grado di individuare, all’interno di un documento, le immagini duplicate nel giro di pochi secondi. L’uomo avrebbe invece impiegato più tempo. Insomma, l’IA può battere l’essere umano.
Il biologo indipendente di Pontypridd, nel Regno Unito, Sholto David, ha trascorso la maggior parte degli ultimi mesi esaminando centinaia di articoli in una rivista scientifica alla ricerca di quelli con immagini duplicate. Poi ha scansionato gli stessi documenti attraverso uno strumento di intelligenza artificiale. Lavorando a due o tre volte la velocità di David, il software ha trovato quasi tutti i 63 documenti sospetti che aveva identificato e 41 che aveva perso. David ha riportato questo risultato il mese scorso facendo un confronto tra uomo e macchina per trovare immagini ritoccate.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, UNA SVOLTA NELLA LOTTA ALLA MANIPOLAZIONE DELLE IMMAGINI NEGLI ARTICOLI ACCADEMICI
Gli editori accademici devono spesso fare i conti con il fenomeno della manipolazione delle immagini degli articoli scientifici, sebbene vada sottolineato come non tutta la manipolazione venga eseguita con intenti nefasti. Gli autori potrebbero armeggiare con le immagini per caso, per ragioni estetiche o per rendere una figura più comprensibile. Ma le riviste e altri vorrebbero catturare immagini con alterazioni che superano il limite consentito, qualunque sia la motivazione degli autori. E ora si avvalgono proprio dell’intelligenza artificiale per chiedere aiuto.
Circa 200 università, editori e società scientifiche si affidano già a Imagetwin, lo strumento che David ha utilizzato per il suo studio. Il software confronta le immagini in un documento con oltre 25 milioni di immagini provenienti da altre pubblicazioni. E le tempistiche sono sbalorditive: dai 5 ai 10 secondi. L’unico punto debole dell’IA sembrerebbe essere quello di perdere duplicazioni nelle immagini con basso contrasto. Secondo però Jana Christopher, analista dell’integrità delle immagini presso FEBS Press a Heidelberg, in Germania, l’intelligenza artificiale da sola non è sufficiente, evidenziando la necessità di affiancarla anche all’esperienza umana, per poter avere un riscontro perfetto. E nel frattempo spera che il lancio di più strumenti di intelligenza artificiale possa democratizzare la capacità delle riviste di esaminare gli articoli: “Penso che dobbiamo liberarci dell’idea che sia un lusso. In realtà aggiunge valore alla rivista “.