Probabilmente a partire dalla prossima estate il mondo intero, Italia compresa, sarà fuori dalla pandemia di covid, o per lo meno, tornerà ad una parvenza di vita normale. Se la stragrande maggioranza di noi guarda a quell’obiettivo con grande interesse, c’è chi invece vede il ritorno alla “vecchia vita” come un qualcosa di negativo. “C’è una verità nascosta che raramente si vuole scoprire – racconta Simone Kuper per FT Weeekend, parole riportate da Dagospia – molti di noi sono molto più felici grazie alla pandemia”.
Ad evidenziarlo è il sondaggio annuale sulla felicità globale di Ipsos, che ha evidenziato come nel periodo fra lo scorso luglio e agosto, il 63% delle persone intervistate (20.000 adulti), ha spiegato di essere felice, dato minore di un solo punto percentuale rispetto al 2019. Nell’anno della pandemia ci si aspettava forse un 50 e 50 fra felici o meno, invece il dato è stato sostanzialmente il linea con l’annata precedente. Simon Kuper si domanda quindi chi possa aver giovato dalla pandemia di covid e dal conseguente lockdown: “Pensate a tutti i dipendenti – scrive – che sono stati liberati da lavori e capi che odiavano e, specialmente in Europa, che ora sono pagati per restare a casa”.
QUANDO PANDEMIA FINIRA’ TANTI SCONTENTI: FRA COSTI E TEMPO…
E ancora, tutti coloro che vengono chiamati bullshit jobs, quelli cioè che “non contribuiscono alla società in modo significativo: i “tirapiedi” il quale compito è solo di far sentire gli altri importanti, o “scagnozzi” dei call center che vendono prodotti inutile”. Persone, che come spiega Kuper, “sono state liberate dal compito di programmare la vita di altri”. Cosa dire poi dei pendolari e in questo caso la soddisfazione dalla pandemia è doppia: da una parte ci sono quelli in smartworking, felici di stare a casa, dall’altra quelli che continuano ad andare a lavoro e che “stanno traendo benefici dalle strade vuote e dai treni meno affollati”. C’è poi un risparmio anche in termini di costi: “Molte persone nei paesi più sviluppati hanno tagliato i costi dei pasti fuori e delle vacanze. Il tasso di risparmio personale negli Stati Uniti ha raggiunto il picco record del 32.2% lo scorso aprile, e da allora in poi è rimasto considerevolmente più alto rispetto al periodo pre-pandemia”. Infine, il dono del tempo: “Quest’anno – racconta la sua esperienza personale lo stesso Kuper – ho occasionalmente provato una nuova sensazione poco familiare: il non dover fare niente di urgente”. Chissà se riusciremo a mantenere queste abitudini anche quando tutto sarà finito: “Ma ho il sospetto – conclude Simon – che presto ricascherò nel vortice pre-Covid”.