Quando un gallo può fare chicchirichì? La domanda in pieno stile quiz è diventata un caso politico in Francia. A Saint-Pierre-d’Oléron su questa questione si sono divisi dei vicini: la signora Corinne Fesseau sostiene che non sia un problema perché sono in campagna, mentre i vicini, che lamentano del canto del gallo Maurice all’alba, replicano spiegando che vivono comunque in un condominio. Come uscirne allora? L’ultima parola spetta ad un giudice: il tribunale di Rochefort il prossimo 4 luglio deciderà se un gallo ha il diritto di cantare all’alba. I vicini dopo inutili reclami sono passati alle denunce, quindi per ben tre volte un ufficiale giudiziario è arrivato nelle prime ore del mattino a registrare il canto del gallo, così da raccogliere delle prove da mettere agli atti. «Dopo tutto siamo in campagna», dice Corinne che, come ricostruito dal Corriere della Sera, ha mobilitato anche il sindaco per una raccolta firme a sostegno del suo Maurice. E il primo cittadino, espressione di una lista di destra, ha emanato un decreto per tutelare «gli stili di vita legati alla campagna», come la presenza di animali da fattoria.



QUANDO PUÒ CANTARE UN GALLO? LO DECIDE IL GIUDICE

Per il sindaco Christophe Sueur i suoni tipici del mondo rurale, quindi il canto del gallo ma anche le campane, il richiamo dei gabbiani e il gracidio delle rane, vanno protetti. C’è un altro sindaco che addirittura ha proposto di considerarli «patrimonio nazionale» proprio per difendere l’autenticità dei piccoli comuni di campagna. il problema nasce dal fatto che la signora Corinne Fesseau e il suo gallo Maurice non vivono da soli, ma in un condominio. E quindi ci sono dei vicini che si lamentano del canto all’alba al punto tale che la questione ha assunto natura legale. E quindi toccherà al giudice del tribunale di Rochefort risolvere la controversia. C’è comunque un precedente, riportato dal Corriere della Sera. Nel 1995 il tribunale di Rochefort si era espresso in una vicenda simile, riconoscendo che il gallo è «un animale stupido ma inoffensivo, che non si lascia addestrare neanche in un circo». Una sentenza che fece discutere, ma che riconobbe il diritto al gallo di continuare a fare chicchirichì.

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