Mentre si discute dunque della ripresa della Premier League, abbiamo ben visto che nonostante una compattezza di facciata, il fronte interno alla Lega è ben bollente. I 20 club del primo campionato inglese, in attesa che pure il governo dia il suo via libera al piano “Project Restart” pure non ha trovato ancora grande unità sulle tante proposte fatte per chiudere la stagione 2019-2020. Dai campi neutri, fino alle misure per garantire la sicurezza dei giocatori: ma pure le ultime proposte sul tavolo come di gare più corte e visibili anche gratuitamente tramite sulla piattaforma YouTube. A riferirci dunque dei molteplici scenari per la ripresa della Premier League è lo stesso presidente dell’Assocalciatori Gordon Taylor che ai microfoni della BBC, ha dichiarato: “Al momento non si conosce nulla del futuro del calcio, ci sono tante idee su cui confrontarsi. C’è chi ha proposto più sostituzioni, chi ha indicato partite con tempi inferiori ai 45′, chi insiste sui campi neutri. Poco conta, ciò che è importante è ripartire in sicurezza”.Pare che gran parte dei 20 club della Premier League sia intenzionata a mantenere la formula regolare del campionato, ma non si escludono riforme importanti, come quella di disputare partite con due tempi da meno di 45 minuti. Stando poi a The Sun pare che stia prendendo piede l’idea di ampliare l’offerta per i tifosi, con match che potrebbero venire trasmessi anche gratuitamente in streaming. Volendo dunque garantire visione di tutte le 92 partite rimanenti, non è da escludere che, oltre ai primi licenziatari Sky e BT Sport potrebbero farsi avanti nuove realtà come Amazon e Youtube. (agg Michela Colombo)



DUBBI SUL PROJECT RESTART

Dopo lo stop imposto per l’emergenza Coronavirus, in Gran Bretagna si lavora per un pronto ritorno in campo e ripresa della Premier League, che secondo gli ultimi piani dei club dovrebbe verificarsi già per la prima metà di giugno. La politica infatti nei giorni scorsi ha dato il suo via libera alla ripresa delle attività sportive, e federazione, leghe e club hanno trovato un accordo su un protocollo sanitario, con tutte le misure intese per una ripartenza in condizioni di “sicurezza”. Il piano, denominato “Project Restart”, nei giorni scorsi pareva aver messo d’accordo tutti i 20 club della Premier league, ma come emerge anche in questo giorni sulle colonne del Daily Mail, pare che all’interno della Lega il fronte sia tutt’altro che unito. Parecchi club, specie i più piccoli, sono davvero restii a tornare a giocare, timorosi sia sulla fattibilità del protocollo che pure venga confermata sul campo un’eventuale retrocessione a fine campionato. E Pure non ha avuto molto successo l’ipotesi (pur contenuta nel piano di ripresa della competizione) di disputare le restanti 92 partite di questa stagione 2019-2020 della Premier League a porte chiuse e in campi neutri. Pure però la maggior parte delle venti società che compongono la Lega è fortemente intenzionata a tornare al più presto in campo, anche per non perdersi i soldi che arriverebbero dalla cessione dei diritti tv.



QUANDO RIPRENDE LA PREMIER LEAGUE? LE RASSICURAZIONI DI PAROSH

Ma oltre all’ipotesi del campo neutro, come pure al timore delle piccole della Premier League di tornare in campo (e dunque rischiare di dover retrocedere a fine stagione, con tutto quello che ne consegue) ecco che a poter far slittare la ripartenza del primo campionato inglese vi sono anche i timori dei giocatori, che non credono che il protocollo firmato contenga misure sufficienti per una ripresa degli allenamenti e delle competizioni in completa “sicurezza”. E proprio a questo proposito e dopo i tanti gridi di allarme che ci sono arrivati negli ultimi giorni, ecco che sono arrivate le parole del presidente del Crystal Palace Steve Parish, che sulle colonne del Times ha voluto fornire ampie rassicurazioni. Il numero 1 del club inglese ha affermato: “Ho visto tutte le proposte riguardanti allenamenti e viaggi delle squadre. Ci saranno delle sfide, ma queste proposte offrono un livello di protezione a giocatori, staff e ufficiali di gara che credo renderanno il calcio della Premier League uno dei luoghi più sicuri nella fase della convivenza, di certo molto più sicuro che un viaggio al supermercato”. Dunque una ripartenza complicata ma più che fattibile, oltre ai tanti dubbi e perplessità che sorgono da più parti: il calcio inglese e la Premier League vogliono al più presto tornare in campo.

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