E sulla ripresa della Serie A è tornato oggi pomeriggio anche Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, che ai microfoni di Tutti Convocati, su Radio 24 ha appoggiato alcune delle proposte ancora sul tavolo per la conclusione in campo della stagione 2019-2020. Il dirigente neroverde, affermando che è volontà di tutti i club portare a termine la stagione ha pure aggiunto: “Giocare in pochi stadi in aree con pochi contagi? A me piace come idea, tanto a porte chiuse uno stadio vale l’altro. Bisogna cercare di limitare distanze e contatti. E’ talmente tanta la voglia di riprendere che c’è massima disponibilità da parte dei nostri atleti ad un ritiro lunghissimo in modo da finire la stagione”. Nel lungo intervento però Carnevali non ha risparmiato pure una frecciata anche alla politica, indirizzata in special modo al Ministro dello sport Vincenzo Spadafora: “Ultimamente preferisco non leggere le dichiarazioni del Ministro Spadafora, anche perché spesso cambia idea”. (agg Michela Colombo)



GLI ULTRA’ DELLA ROMA CHIEDONO LO STOP

Mentre dunque le alte sfere del calcio sono al lavoro per fissare al più presto la ripresa della Serie A, ecco che non solo poche ancora le voci contrarie alla ripartenza della stagione, dopo lo stop imposto per coronavirus. E dopo le proteste dei tifosi dell’Atalanta di qualche giorno fa, ecco che oggi sono gli Ultrà della Roma a spingere perchè il campionato venga chiuso. In questi giorni infatti sono stati parecchi gli striscioni che hanno popolato la capitale e non sono mancati anche messaggi sui social dai vari gruppi: da “Italia in emergenza sanitaria e sociale, questo campionato si deve fermare” a “Non siamo complici dei vostri interessi, un calcio al pallone non cancella i decessi. Questa è la nostra mentalità, il gioco finisce qua”: ma pure anche messaggi più forti sorti nei vari angoli di Roma con : “C’è chi muore, chi soffre e chi lucra. Stop al campionato” e “Prima il rispetto e la dignità, per noi il campionato finisce qua”. Striscioni e messaggi inequivocabili, che chiedono, in rispetto della tragedia che ci ha colpito, che il calcio e i suoi litigi, si fermino immediatamente, anche a dispetto di ogni interesse sportivo ed economico. (agg Michela Colombo)



DE MAGISTRIS: SI CHIUDA LA STAGIONE AL SUD

E mentre si discute dunque della possibilità o meno di tornare in campo e riprendere il campionato della Serie A, lì dove lo avevamo lasciato, ecco che ha lanciare una nuova proposta per il finale della stagione 2019-2020, è il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il primo cittadino, intervistato questa mattina dalla Gazzetta dello sport, propone di spostarsi al Sud per la chiusura del campionato, in zone dunque meno colpite dal coronavirus. “Bisogna seguire la linea dei contagi e vedere queste due settimane. Chiaro che al Sud il contagio è meno diffuso e si può accelerare” le parole di De Magistris, che pure si spinge ancora più in là nei piani per la ripresa della Serie A: “Io ipotizzerei per il calcio una ripartenza con l’estate, il 21 giugno. Sarebbe un torneo, quasi un campionato a parte, ma si concluderebbe e Napoli è pronta”. Il primo cittadino di Napoli poi aggiunge: “Sarei per la trasmissione delle partite in chiaro. Va creato un accesso popolare al calcio. Ricordiamoci che sarebbe un torneo ai tempi della pandemia a porte chiuse”. Ovviamente ora starà a federazione e governo prendere una posizione in merito. (agg Michela Colombo)



TOMMASI PRUDENTE: MANCANO ELEMENTI PER DECIDERE

Sulla ripresa della Serie A, dopo il via libera ricevuto per gli allenamenti è intervenuto in diretta Instagram con Pardo anche il numero 1 dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, che, pur dopo gli ultimi segnali di distensione da parte del Governo, pure rimane prudente. “Essere favorevoli o contrari alla ripresa è una discussione che lascia il tempo che trova: oggi ci mancano alcuni elementi. Non abbiamo alcune risposte e questo genera incertezza, mancano le date. Chi si prende il rischio di far ripartire il calcio se il rischio non è zero? L’atleta? Il club? Il governo? Bisogna partire al momento giusto e con il protocollo ideale” le parole del presidente dell’AIC. Per Tommasi dunque bisogna tornare in campo in “condizioni perfette” e per fare questo serve un nuovo protocollo da parte della Federazione, che perfezioni il precedente e pure si concentri sulle misure da adottare per la ripresa di allenamenti di squadra, che dovrebbero ripartire dal 18.19 maggio. E’ poi preoccupazione di Tommasi che i giocatori, in tale contesto non passino per “privilegiati”, pur questi mesi di quarantena sono stati per gli atleti mesi di “lavoro”. “Sarà una grande sfida quella di tornare in campo” la conclusione di Tommasi. (agg Michela Colombo)

CLUB IN CAMPO MA ORA SERVONO CERTEZZE

Sono giorni sempre caldissimi per la ripresa del campionato della Serie A e presto le alte sfere del governo come del mondo del calcio dovranno decidere del futuro di questa complicatissima stagione 2019-2020, interrotta sul più bello dall’emergenza coronavirus. Di fatto la pressione è tanta. Da lunedì e a scaglioni, tutti i club della Serie A, dopo il via libera ottenuto solo domenica dal Viminale, hanno ricominciato gli allenamenti, sia pure in solitaria, e ovviamente le società chiedono a questo punto risposte certe sulla ripresa anche delle competizioni: non avrebbe infatti senso cominciare ad adeguarsi alle (costose) misure prescritte della FIGC per la ripresa delle attività e far allenare i propri tesserati senza la certezza anche di tornare in campo per l’estate a chiudere la stagione 2019-2020 del primo campionato. Certezze che però il governo fino ad ora non ha voluto e potuto dare, come pure la FIGC, che come ci riporta Repubblica questa mattina, si riunirà di nuovo venerdì in Consiglio federale.

QUANDO RIPRENDE LA SERIE A? SPADAFORA APRE UNO SPIRAGLIO

In attesa dunque di un verdetto, pure va detto che anche questa mattina è stato lo stesso Ministro dello sport Spadafora, con un’intervista al Corriere della Sera, a fornire segnali incoraggianti per la ripresa della Serie A. Il ministro, riprendendo le sue dichiarazioni di ieri sera e pur non sbilanciandosi eccessivamente, ha pure affermato: “Mi auguro di ripartire, ma lo deciderà il governo. Dal 18 maggio riprenderanno gli allenamenti di squadra. Sul campionato ci baseremo su elementi scientifici oggi non disponibili. A metà maggio si potrà fare una previsione realistica”. Proprio il ministro poi, riferendosi alle ultime roventi polemiche ha aggiunto: “Sarebbe surreale per un ministro dello sport demonizzare il calcio. Non esiste una mia contrarietà, ma la volontà di valutare la ripartenza solo se si salvaguardia la salute delle persone all’interno del gruppo squadra”. Nel lungo intervento Spadafora ha poi precisato che già nei prossimi giorni dovrebbero arrivare indicazioni più chiare anche dal mondo scientifico su date e modalità della ripartenza del calcio: e pure ha aggiunto che sarà sempre responsabilità del governo, in caso di stop alla Serie A provvedere perchè il sistema calcio non fallisca.