Sono minuti davvero convulsi per il destino della stagione calcistica, dopo lo stop deciso per l’esplodere dell’emergenza coronavirus. Giungono infatti indiscrezioni e novità decisive per la ripresa della Serie A, tema più che mai bollente in questi giorni. Proprio nel momento in cui il Ministro dello sport Spadafora sta riferendo al parlamento, e dopo aver annunciato che la FIGC ha accettato la revisione del protocollo sanitario di ripartenza da parte del CTS, ecco che nuove indiscrezioni ci arrivano dall’Assemblea della Lega Serie A. Mentre dunque il ministro annunciava che la FIGC ha riadattato il protocollo sanitario, permettendo dunque ufficialmente la ripresa degli allenamenti collettivi a partite dal 18 maggio, ecco che i club della Serie A hanno fatto un ulteriore passo avanti, comunicando di aver intenzione di tornare in campo già il prossimo 13 giugno. Come si legge sulla Gazzetta dello sport, pare infatti che a larga maggioranza i club del primo campionato abbiano deciso di fissare al 13 e non più al 20 di giugno (come si vociferava) la ripresa del campionato, lì dove lo avevamo lasciato a marzo. Nonostante dunque polemiche, nodi da risolvere e pressioni, la Serie A fa un ulteriore passo avanti verso la ripresa: ora il prossimo passo sarà l’incontro con il governo del prossimo venerdi (a cui spetterà chiaramente l’ultima parola sul ritorno in campo per il campionato) e l’applicazione del nuovo protocollo sanitario, riveduto dalla FIGC dopo le osservazioni del CTS, ma la strada, almeno per i club della Serie A pare già tracciata, fino al 13 giugno. (agg Michela Colombo)



LA RUSSA A SPADAFORA: “PREVENUTO”

Riferito anche in parlamento delle disposizioni del governo per la riapertura degli impianti sportivi, sulle misure per la ripartenza dello sport di base, ma soprattutto sulle chance di ripresa del campionato di Serie A, dopo lo stop imposto per coronavirus, ecco che si sono accese fortissime polemiche contro Vicenzo Spadafora. Nel doppio dibattuto alle camere, il ministro dello sport è stato ampiamente criticato da varie parti, ma certo la polemica più virulenta è stata quella scatenata da Ignazio La Russa, che non ha esitato a definire il ministro come “prevenuto” nei confronti del campionato di calcio. Un’accusa peraltro non nuova, e che il senatore ha affiancato a una dura polemica contro la decisione del CTS di non applicare il modello tedesco, in caso di nuova positività al coronavirus (tema baresi ampiamente dibattuto). E’ infatti ferma opinione di La Russa che “ Non si può mettere la serie A nelle condizioni di riprendere sapendo che dopo due settimane dovrà smettere così lei potrà dire, l’avevo detto”. Il senatore ha infine aggiunto rivolgendosi sempre a Spadafora: “Lei deve solo mettere il Parlamento in condizione di decidere se la serie A ha il diritto di riprendere in condizioni di sufficiente sicurezza”. E intanto sulla questione sicurezza, segnaliamo che nella giornata di oggi la FIGC ha consegnato al CTS un nuovo protocollo per la ripresa degli allenamenti collettivi, riveduto e corretto secondo le ultime indicazioni. (agg Michela Colombo)



SPADAFORA: SI RIPARTA SOLO IN SICUREZZA

Questa mattina, durante un’informativa presso il Senato, il Ministro dello Sport Spadafora, dopo aver annunciato la probabile riapertura di centri sportivi (dal 25 maggio) e le prime misure prese per favorire lo sport di base,  ha voluto ancora una volta ribadire la posizione del governo in materia di ripresa del campionato di Serie A, che per la politica, potrà avvenire solo “in condizioni di sicurezza”. Oltre alle pressioni esterne e pur riconoscendo il valore economico e sociale del calcio dunque, per Spadafora è prioritario al momento la salvaguardia della salute pubblica: “Il Governo ha sempre tenuto una linea precisa e coerente mettendo la salute al primo posto, non era possibile in nessun modo riaprire prima per spinte strumentali. Sappiamo che la necessità di terminare i campionati nasce non solo da motivi sportivi ma anche per legittime motivazioni economiche”. Nel lungo intervento il ministro ribadisce poi i principali nodi evidenziati dal CTS sul protocollo sanitario, su cui la FIGC è dunque invitata a porre le modifiche necessarie (responsabilità dei medici, iter da seguire in caso di nuova positività, e tamponi): da qui sarà necessario ripartire per giungere alla decisione concorde di dare il via alla Serie A “in totale sicurezza per tutti”. In chiusura il ministro ha poi aggiunto: “Quello che vorremmo fare è evitare, per non danneggiare ulteriormente il mondo del calcio, nuove chiusure”: ora starà al mondo del calcio dare risposta. (agg Michela Colombo)



LA UEFA TEME PER I CLUB ITALIANI

Ma oltre alle polemiche interne per la ripresa della Serie A, ecco che pure pressioni per la ripartenza del primo campionato nazionale ci arrivano anche dalla UEFA, che nelle ultime ore si è detta “preoccupata” che i club italiani non riescano a portare a termine campionato e coppe. Pare infatti che a Nyon non siano affatto piaciuti i paletti fissati finora dal CTS per la ripartenza, con quarantena obbligatoria e isolamento di tutta la squadra in caso di nuovo giocatori positivo al coronavirus: anche la Federazione europea dunque spingerebbe per l’applicazione del modello tedesco, che renderebbe più semplice il ritorno in campo. Non è un segreto che la UEFA sia per la ripresa del calcio e la conclusione regolare dei campionato nazionali: ma se segnali incoraggianti sono arrivati da Germania e Spagna, ecco che per l’Italia il discorso è più complicato, viste le norme fissate ora nel protocollo. Ovviamente va aggiunto che nulla di ufficiale è emerso dalla Federazione europea, che non ha potere sui campionati nazionali e certo deve sottostare alle decisione dei singoli governi. Ma pure la pressione perché in Italia si decida presto è tanta e la UEFA, che ha fissato al 25 maggio l’ultima deadline per la ripartenza, sta perdendo la pazienza. (agg Michela Colombo)

OGGI ASSEMBLEA DI LEGA, VENERDI INCONTRO COL GOVERNO

Sono giorni cruciali per decidere della ripresa della Serie A e non solo per quanto riguarda gli allenamenti collettivi, su cui il CTS ha già dato nei giorni scorsi parere positivo, a partire naturalmente dal prossimo 18 maggio. Entro questa settimana e al più tardi nei prossimi 10 giorni infatti la Lega, con FIGC e Governo dovranno di fatto decidere se si potrà davvero tornare in campo nell’estate per chiudere la stagione o meno e non saranno più permessi ulteriori rinvii di questo verdetto, atteso da tempo. La tensione tra le parti, nonostante le tante dichiarazioni e parole di distensione che abbiamo udito in questi giorni, infatti è al massimo: ci avviciniamo a un cammino a tappe obbligate, al cui termine dunque si dovrà decidere per lo stop o la ripresa della Serie A. Il primo passo in tal senso si compirà già oggi con una nuova Assemblea della Lega Calcio Serie A, da cui si attende che i 20 club ne escano ulteriormente rafforzati e compatti nel chiedere al CTS come al governo il via libera alla ripresa del campionato. Di fila e già venerdì sarà poi atteso il decisivo incontro tra il premier Conte e il presidente della FIGC e rappresentati delle leghe, in cui lo stesso Gravina cercherà di far pressione sul governo. Stando a quanto si legge oggi su Il Messaggero, pare che sia intenzione del mondo del calcio appellarsi direttamente al Premier e superare così il parere del CTS, perchè venga dato l’ok alla ripresa della Serie A a condizioni più favorevoli e con norme meno stringenti di quelle finora messe sul tavolo.

I NODI DA SCIOGLIERE E LE PRESSIONI DI CLUB E UEFA

Il piano dunque per questa settimana è ben chiaro e ci si augura che al termine di questi decisivi incontri si arrivi finalmente a una risoluzione chiara per la stagione 2019-2020 della Serie A: pure però i nodi da superare sono davvero tanti. Come abbiamo visto già nei giorni scorsi, è sempre scontro tra medici, FIGC, Lega e il CTS per le norme contenute nel protocollo sanitario, e specialmente quelle che riguardano la responsabilità dei medici sociali come le misure da applicare in caso di nuova positività di un giocatore al coronavirus. Nel giorni scorsi il Comitato Tecnico Scientifico ha ribadito la necessità, in tal senso, di mettere in quarantena preventiva tutta la squadra per 14 giorni (bloccando tutto il campionato dunque) e proprio ieri la Sottosegretaria alla salute Zampa ha sottolineato di nuovo il concetto.

Ma il mondo del calcio spinge per l’adozione del modello tedesco, che propone, in caso di nuova positività, la quarantena del solo soggetto infetto. Stando quando si legge sul Messaggero, Gravina (accusato di essere “troppo morbido”), farà dunque pressioni al Governo in tal senso, volendo allineare il calcio italiano al resto d’Europa: altrimenti sarebbe impossibile tornare di fatto in campo. La FIGC inoltre, dopo tanta incertezza, preme perchè venga fissata ora una data certa per poter terminare i campionati: lo chiede anche l’UEFA, che entro il 25 maggio ha bisogno di conoscere come e se anche la stagione 2019-20 della Serie A verrà chiusa. Pure però la sensazione è che dal prossimo incontro col Governo, ancora non sarà possibile fissare paletti certi per la ripresa del campionato Fino ad ora la politica ha sempre ribadito che servirà osservare la curva dei contagi e i numeri della pandemia per poter decidere e ora posta davanti a un paese che spinge per ripartire (per evitare il collasso economico) come al rischio di una nuova ondata di contagi, forse il calcio non è la prima preoccupazione.