Per rispondere alla domanda “quando si va in pensione in Italia” occorre da un’occhiata alle regole previdenziali attuali. Al momento l’assegno previdenziale di vecchiaia può essere retribuito una volta raggiunta l’età di 67 anni (escludendo le misure per uscire anticipatamente dal lavoro).



L’uscita dal lavoro anticipata può essere sfruttata a patto di sfruttare le misure straordinarie e in scadenza al 31 dicembre 2024 quali: Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Nei prossimi anni (seguendo le regole della Fornero) i cambiamenti potrebbero derivare dall’anno di nascita di ogni contribuente.



Quando si va in pensione in Italia: gli elementi da considerare

Abbiamo visto quando si va in pensione in Italia rispettando le regole per l’uscita “di vecchiaia”, ovvero a 67 anni d’età. Ma seguendo quanto sostenuto dalla Fornero ogni due anni c’è un adeguamento in riferimento allo stile di vita e questo può comportare ad un incremento dell’età pensionabile.

Senza gli scivoli anticipati le regole attualmente in vigore (nel sistema contributivo) sono le seguenti.

 

 



Tipologia Caratteristiche
Pensione di vecchiaia 67 anni d’età anagrafica e 20 anni di contributi minimo. Per i contributivi l’assegno maturato per la pensione dev’essere almeno uguale a 534,41€ (importo dell’assegno sociale).
Pensione di vecchiaia contributiva 71 anni d’età e 5 anni di contributi versati.
Pensione anticipata Non è previsto un minimo d’età anagrafica ma occorre aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne).
Pensione anticipata contributiva Si matura al raggiungimento dei 64 anni di età e 20 anni di contributi previdenziali. L’importo pensionistico dev’essere quanto meno tre volte di più dell’assegno sociale.

Questi parametri – salvo variazioni – vengono aggiornati ogni due anni per le aspettative di vita. Nel 2027 si prospetta che l’età pensionabile aumenti di due mesi ogni biennio.

Simulazione pensione i nati negli anni ’50 e ’60

Per simulare la pensione anticipata possiamo prendere d’esempio un lavoratore che ha cominciato all’età di vent’anni e senza vuoti contributivi. Chi è nato nel 1957 maturerebbe i requisiti previdenziali a 67 anni d’età e la pensione di vecchiaia nell’anno 2028.

E ancora le opzioni da considerare sono tante: ipotizziamo i contribuenti nati nel 1964. Loro possono maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni e 6 mesi nel 2031, a 71 anni e 10 mesi con la pensione di vecchiaia contributiva nell’anno 2035, con la pensione anticipata (almeno per gli uomini) a 62 anni e 10 mesi nel 2025, con la pensione anticipata per le donne a 61 anni e 10 mesi nel 2025, e con la pensione anticipata contributiva a 64 anni e 10 mesi nel 2028.

La situazione è pressoché simile per coloro che sono nati fino al 1969, con uscite fino al 2041 con 72 anni.