Quando è un film di Walter Veltroni tratto dal suo libro che ha lo stesso titolo. Racconta la storia di Giovanni, un ragazzo che durante il funerale di Enrico Berlinguer viene colpito dall’asta di una bandiera, entra in coma e si risveglia 31 anni dopo in una realtà che è totalmente cambiata. Sono cambiati gli affetti perché quelli che aveva si erano interrotti e le persone si sono fatte un’altra vita, ma è cambiato anche il mondo in quanto tale, il PCI non esiste più, non ci sono più le lire e vi è un mondo tecnologico e virtuale che prima non esisteva.



Quando è un film con un’intuizione geniale perché con un flash fa vedere tutti i cambiamenti che nella realtà avvengono pian piano, passo dopo passo.

In Quando sono due le vite di Giovanni, quella prima della morte di Berlinguer e quella dopo il suo risveglio, ma sono veramente due vite o è una sola?

Questa è la domanda che attraversa tutto il film che fa vedere il dramma di Giovanni (Neri Marcorè), che sta dentro due vite e una non riesce a riconoscere l’altra. In questo dramma vi è la presenza attenta e paziente di una suora, Giulia (Valeria Solarino), figura femminile che in parte sostituisce quella della sua fidanzata di quando aveva 18 anni e da cui aveva avuto, a sua insaputa, una figlia.



Giovanni tenta in tutti i modi di trovare l’unità tra le sue due vite, ma la domanda rimane, continua a incombere a ogni passo, da una parte tutto sembra portare a una divisione, evidente in un dialogo intenso con la figlia, eppure la ricerca del punto di unità continua a essere incalzante.

Viene allora da chiedersi se Veltroni abbia trovato questo punto di unità. Lui una risposta la dà, prima c’era l’ideologia e questa cade, rimangono gli ideali, quelli vivono. È una risposta che non soddisfa, la domanda di ciò che tiene unita la vita rimane aperta. E l’amicizia e lo sguardo di suor Giulia rappresentano la guida che Giovanni ha trovato per ritrovare se stesso.



Il film di Veltroni apre così una questione quanto mai importante e decisiva oggi: quante cose cambiano, guardiamo a come è cambiata la vita dopo il Covid, prima era una cosa vivere, si stava in presenza, oggi i social sono dominanti, ebbene in questo cambiamento che è più lento dello shock che ha vissuto Giovanni tutti abbiamo la stessa domanda, che cosa tiene unita la nostra vita? E se non troviamo risposta a questa domanda diventiamo succubi dei cambiamenti, la nostra vita ci sfugge!

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