Un lavoratore che si chiede quanti contratti a tempo indeterminato si possono fare deve prima avere in mente quali sono le complessità fiscali e burocratiche che si possono celare dietro ad una decisione simile.
Per poter sottoscrivere due contratti di questo tipo è indispensabile che siano “part–time” così da poter conciliare le attività senza che entrino in contrasto tra di loro. In un periodo in cui le opportunità lavorative crescono è facile essere allettati da due assunzioni. Ma cosa dice la Legge italiana?
Quanti contratti a tempo indeterminato si possono fare? I limiti
Prima di rispondere a quanti contratti a tempo indeterminato si possono fare contestualmente, è essenziale specificare che la Legge italiana – pur ammettendone la fattibilità – delimita delle condizioni e dei limiti rigorosi.
I dipendenti pubblici e privati non possono essere privati dai loro datori di lavoro nell’avere più impieghi. Ciò che importa è rispettare determinati vincoli: essere fedeli e non entrare in concorrenza con le due attività.
I limiti orari
Secondo la Legge un lavoratore non può lavorare per più di 48 ore alla settimana (considerando anche gli straordinari). Dunque stipulando due contratti l’impiegato deve accertarsi di riferire tale limite al proprio datore di lavoro.
Il divieto di concorrenza
Sia lavoratori che datori di lavoro hanno obblighi specifici da rispettare. A dirlo è l’articolo 2105 del Codice Civile che stabilisce che un’impresa ha il diritto di pretendere che l’impiegato non divulghi le informazioni private e che non venga compromesso il decoro dell’ente o i doveri dell’ufficio.
Inoltre non è possibile lavorare per due aziende che possano entrare in concorrenza (con lo stesso codice Ateco), salvo si tratti di un lavoro autonomo o di un contratto a prestazione occasionale.
Quindi: quanti contratti a tempo indeterminato si possono fare? Sicuramente due contestuali (e non oltre) purché entrambi part time oppure uno full time e l’altro a tempo parziale (così da non sovraccaricare i lavori).