Quanti sono i “morti sommersi” del Coronavirus, cioè i morti che ufficialmente non sono stati attribuiti alla pandemia ma che verosimilmente sono stati causati proprio da Covid-19? Uno studio dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) si propone di dare una risposta a questa domanda. L’Oms ha parlato di “tragedia inimmaginabile”, che però è almeno in parte anche una tragedia sommersa perché a molte delle persone che sono morte in queste settimane non è stato fatto un tampone per accertarne la positività al nuovo Coronavirus, e quindi non rientrano nelle statistiche ufficiali.



Questo vale anche per le persone morte nelle case di riposo e negli ospedali, a maggior ragione per coloro che sono morti nelle loro case. La domanda sorge dunque spontanea: quante sono le morti “sommerse” per il Coronavirus? Saperlo è importante anche per prepararsi nella maniera migliore possibile alla Fase 2.

Infatti, riuscire a dare una risposta quanto più precisa a questa domanda può servire sia a misurare quanti danni possa fare il Coronavirus quando riesce a diffondersi in luoghi popolati di persone vulnerabili, sia per avere un’idea della dimensione effettiva dell’eccesso di mortalità associato all’epidemia di COVID-19 in ciascun paese. Ciò è fondamentale per stimare la diffusione dell’infezione, a livello sia nazionale sia regionale. In assenza di studi sierologici affidabili, l’Ispi ricorda che uno dei pochi metodi attualmente disponibili per stimare la prevalenza dell’infezione è proprio quello di basarsi sul numero di decessi COVID-19 effettivamente avvenuti.



QUANTI SONO I MORTI SOMMERSI DEL CORONAVIRUS? I CRITERI DELLA RICERCA

Come si è mosso dunque l’Istituto per cercare di risppondere a questa domanda così importante ma anche complessa? L’Ispi ha raccolto i numeri disponibili sull’eccesso di mortalità in sette Paesi europei (Francia, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera) per confrontarli poi con il numero ufficiale di decessi da Coronavirus registrati nello stesso periodo.

Tra le due misure è attesa una certa discrepanza, che restituisca la dimensione della reale entità dell’epidemia nei paesi considerati. La finestra temporale delle osservazioni Ispi varia da Paese a Paese per due ragioni; innanzitutto perché ciascun istituto statistico nazionale ha limiti nella capacità di raccogliere statistiche puntuali sulla mortalità, validarle e offrirne una prima stima in tempi rapidi. Inoltre, sappiamo bene che l’epidemia di Covid-19 ha colpito i diversi paesi europei con tempistiche e velocità differenti.



Non avrebbe dunque senso calcolare l’eccesso di mortalità partendo dalla stessa data, meglio concentrarsi per ogni singolo Stato dal momento in cui l’epidemia di Coronavirus ha cominciato ad accelerare. Altra variabile da considerare è la puntualità delle comunicazioni del numero di deceduti da parte delle organizzazioni preposte a farlo: i dati più recenti sono quelli che tendono a subire correzioni e integrazioni maggiori.

QUANTI SONO I MORTI SOMMERSI DEL CORONAVIRUS? I NUMERI

Tutto ciò premesso, l’Ispi sta già cominciando ad evidenziare l’eccesso di mortalità fatto registrare quest’anno da ciascun Paese rispetto alla media degli anni 2015-2019. Tutti hanno un eccesso di persone decedute rispetto agli anni precedenti, e per tutti questo eccesso supera il numero di morti da Coronavirus conteggiati nello stesso periodo. La Spagna, per esempio, tra il 17 marzo e il 16 aprile ha fatto registrare un eccesso di mortalità di circa 27.000 persone, mentre il numero di malati Covid-19 deceduti è stato inferiore ai 21.000. Tra quei poco più di 6.000 morti in ulteriore eccesso molti potrebbero dunque essere i “morti sommersi” per la pandemia.

In tutto, nei sette paesi considerati sono morte 86.510 persone in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti, mentre le morti di persone positive al nuovo Coronavirus registrate dagli enti statali preposti di ciascun paese sono state 58.314. Insomma, mancherebbero all’appello 28.196 persone decedute in “eccesso” rispetto alla media, ma ufficialmente non per il Covid-19.

In media, dunque, in questi sette paesi europei non sarebbe stato contato un morto ogni tre. La situazione è praticolarmente critica nel Regno Unito e nei Paesi Bassi: per ogni morto conteggiato per il Coronavirus c’è almeno un’altra persona morta nel corso dell’epidemia in eccesso rispetto alla media e che sfugge ai conteggi.

QUANTI SONO I MORTI SOMMERSI DEL CORONAVIRUS? ITALIA IN LINEA, DISASTRO OLANDA

L’Italia dunque non sarebbe tra i Paesi che sottostimano maggiormente l’entità dell’epidemia di Coronavirus in Europa. Anzi, l’Italia appare del tutto in linea con la maggioranza degli altri Paesi europei, mentre le due vere eccezioni in negativo sarebbero Regno Unito e ancora di più l’Olanda, dove si supera il 50% di discrepanza – tra quelli in eccesso rispetto alla media degli ultimi anni, per ogni morto “ufficiale” ce n’è più di uno “sommerso”.

In generale, l’eccesso di mortalità può aiutare a stimare meglio le reali dimensioni dell’epidemia, che possiamo quantificare in circa il 30% più ampie di quanto non avremmo potuto stimare utilizzando esclusivamente il numero di decessi Covid-19 ufficiale. Infine, se l’obiettivo vuole essere quello di facilitare il monitoraggio dell’epidemia nel corso della Fase 2, quando si teme una nuova risalita dei contagi, una sottostima di almeno il 30% – e che in un paio di casi sfiora o supera il 100% – è ancora troppo alta.

L’Ispi esorta dunque le autorità sanitarie di ciascun paese a mettere a punto sistemi di tracciamento e raccolta dati in tempo quasi reale che consentano di avere una fotografia migliore dello stato dell’avanzata epidemica.