Russia, quanto è cambiata la vita delle persone?

Si parla spesso delle sanzioni volute dall’occidente contro il governo moscovita, i cui effetti collaterali hanno finito per colpire anche per i paesi europei e occidentali. Dal canto suo Mosca ha dovuto fronteggiare un crollo del rublo, praticamente dimezzato nel suo valore e, in alcuni casi, nemmeno scambiato nelle borse. L’eliminazione delle aziende russe dal sistema di pagamenti Swift ad esempio, ha causato perdite e rallentamenti se non addirittura cessazioni di attività, per tutte quelle imprese che intrattenevano con la Russia un rapporto di libero scambio.
Tutto ciò ha causato anche riduzioni consistenti sulle stime di crescita dei PIL dei paesi europei: l’Italia ad esempio sta arrancando e correndo, pur di ottenere la seconda trance del Recovery Fund.
Ma per i russi quanto è davvero cambiata la vita? Questa è una domanda a cui dare una risposta il più accurata possibile. Se infatti si rincorrono voci di corse agli scaffali, supermercati vuoti e zuffe per chi può accaparrarsi l’ultimo pacco di cibo Made in Italy, alcuni youtuber mostrano video in cui la vita scorre serena, famosi marchi multinazionali che avevano promesso di chiudere restano aperti all’interno di centri commerciali come il McDonald’s filmato in un video di Lambrenedetto XVI, noto youtuber italiano residente all’estero.
Il video inoltrato su telegram è del 12 marzo scorso, forse un pò datato, ma comunque in alcune aree della Russia pare le cose non siano cambiate e rispondano perfettamente alle immagini mostrate dallo youtuber: supermercati completamente pieni, negozi interni al centro commerciale completamente aperti come Burger King e McDonald’s.

Gli aumenti del costo della vita in Russia

Tuttavia le ripercussioni si sono fatte sentire: nel paese il prezzo di alcuni prodotti base è cresciuto del 14%, in altre regioni del 37,1% come lo zucchero. Le cipolle in Russia sono arrivate ad aumentare per ben 13,7 punti percentuali con picchi in alcune località che sfiorano il 40,4% . I pannolini subiscono un rialzo del 4,4%, mentre il sale del 4% e la carta igienica del 3%.
A determinare il disagio dei cittadini russi sarebbe l’eliminazione dal sistema dei pagamenti Swift e in alcuni casi anche il dissenso ideologico. Ma secondo il governo Russo nei supermercati ci sarebbero abbastanza prodotti per tutti, a dirlo è Viktoria Abrahamchenko, vice primo ministro del governo russo, che considera il paese “pienamente autosufficiente” per quanto concerne i prodotti come “lo zucchero e il grano saraceno”.
Tra le multinazionali che comunque hanno deciso di non svolgere più le attività in Russia si aggiungono Nestlè, Nesquik, KitKat.

La crisi del rublo e l’aumento della spesa pubblica del Cremlino

Il rublo infatti ha perso buona parte del suo valore, il crollo iniziale del 15% appena cominciato il conflitto e poi andato aumentando fino alla decisione del con i mercati di escluderlo definitivamente dagli scambi. Come risposta Vladimir Putin ha dichiarato irrintracciabile pagamenti in euro in dollari per le forniture di gas Russo dichiarando che avrebbe accettato soltanto il pagamento in rubli, così da apprezzare nuovamente la valuta moscovita, dichiarazione che ha fatto infuriare i Ministri delle finanze ai tavoli del G7. Tuttavia la strategia di Putin è servita se non altro a fare ri apprezzare il Rublo presso la borsa di Mosca.
Tuttavia nonostante la flebile è incerta risalita del rublo il Cremlino non se la cava bene perché le spese del bilancio federale riguardanti il funzionamento della macchina presidenziale sono aumentate del 40% tra i mesi di gennaio e febbraio: precisamente il Cremlino per funzionare necessità di 9,3 miliardi di rubli contro i 6,6 dell’anno scorso. Attualmente il settore presidenziale l’unico intaccato da simile incrementi insieme all’aumento del 18,5% riservato agli esercito del 13,7% per la spesa totale destinata al ministro dell’Interno.


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