Il caso dell’omicidio di Torino, quello in cui ha perso la vita il venticinquenne Mohamed Ibrahim, pare essere stato risolto con l’individuazione dell’assassino: si tratta del 24enne Mohamed Mostafa, anch’egli originario del Bangladesh come la vittima, insieme alla quale arrivò in Italia nel 2014 dalla Libia, condividendo insieme a lui anche un percorso di vita quotidiana (condividevano l’alloggio di corso Francia nel 2019), poi Mostafa si è trasferito anche per ragioni professionali (lavora come aiuto-cuoco in un ristorante di Rosta).
Il quotidiano “La Stampa” ha riportato in queste ore quelle che sarebbero state le dichiarazioni di quest’ultimo, accusato di avere colpito a morte il suo connazionale: “Sono ancora sconvolto da tutto il sangue che ho visto quando gli ho tagliato la testa. Non voglio dire nulla. Non sto bene, ho male alla testa”. Frasi che Mostafa ha pronunciato di fronte ai pubblici ministeri Marco Sanini e Valentina Sellaroli e ritenute, di fatto, una vera e propria confessione indiretta. Ma qual è il movente alla base di quest’uccisione? “Sono ancora sconvolto”, ha bofonchiato, senza aggiungere ulteriori particolari in merito.
OMICIDIO TORINO: MOVENTE ECONOMICO ALLA BASE DELLA LITE?
Alla base dell’omicidio di Torino che ha portato alla morte di Mohamed Ibrahim, 25enne la cui dolce metà l’avrebbe peraltro presto reso padre, vi sarebbe una questione di natura economica. Il dirigente della Squadra Mobile, Luigi Mitola, ha parlato ai microfoni de “La Stampa”, asserendo che il movente sarebbe da ricercarsi nei soldi: “Si tratterebbe di una mancata restituzione di una somma di denaro, qualcuno dice 1.200 euro, qualcun altro 4mila, che l’aggressore avrebbe dato alla vittima per sposare una sua parente. Matrimonio che poi non è avvenuto, ma i soldi non sono mai stati restituiti”. La possibilità è che Mostafa volesse fuggire dopo l’uccisione, in quanto trovato in possesso di passaporto e fermato dalle forze dell’ordine alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo accusato di omicidio avrebbe strangolato Ibrahim utilizzando un cordino di nylon e decapitandolo, in seguito, per mezzo di un coltello da cucina. Il resto, purtroppo, è storia nota. È l’ennesima, triste pagina di cronaca nera in Italia.