Era il 6 agosto 2021 e la nota Inps numero 2842 informava come lo Stato non fosse più in gravo di poter riconoscere l’indennità di malattia ai lavoratori in quarantena Covid, causa in sostanza «l’esaurimento dei fondi». Appelli di sindacati, partiti e associazioni non sono bastate, ora il Governo Draghi è chiamato in pochi giorni a dirimere una delicatissima situazione che vede coinvolti tutt’altro che pochi lavoratori italiani autonomi e privati: già, perché secondo quanto garantito dal Decreto Cura Italia, i lavoratori statali vedono la quarantena equiparata a ricovero e dunque hanno piena retribuzione anche durante la malattia in casa (10 giorni, o 7 per i vaccinati).



Su “Libero Quotidiano” Sandro Iacometti affronta oggi il tema spinoso per l’esecutivo, sottolineando l’ingiusta disparità di trattamento cui Inps e Governo devono al più presto rimediare. Si tratta di perdite, calcola il “Sole 24 ore”, fino a 500 euro lordi al mese: le cifre medie sarebbero 461 euro netti per chi deve restare isolato in casa 10 giorni, 321 euro per chi invece essendo vaccinato ha una quarantena ridotta a 7 giorni. Il tutto vale per i dipendenti privati e autonomi, con l’eccezione – ma solo fino al 30 giugno – di quelli “fragili” dato che lo scorso dicembre è stato disposto uno stanziamento aggiuntivo dal Governo.



IL RISCHIO DELLA QUARANTENA PAGATA SOLO AGLI STATALI

«Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si è scordato di rifinanziare il fondo creato ad hoc nel 2020 di 663 milioni», attacca “Libero Quotidiano”, il tutto mentre invece per i dipendenti della Pubblica Amministrazione il “cavillo” sulla quarantena equiparata a ricovero permette una perfetta ancora di salvataggio che li esclude dalla “tagliola” del fondo aiuti Covid esaurito dall’Inps. Con la riapertura di scuole, attività imprenditoriali, aziende, piccole e medie imprese e negozi, il nodo sulla quarantena rischia di divenire un vero incubo per migliaia di lavoratori in tutto il Paese: «Si tratta di una disparità di tratta- mento, poichè in base agli accordi stipulati all’Aran, il periodo di assenza dal lavoro per quarantena degli statali viene comunque pagato dal datore di lavoro, che è lo Stato», spiega a “Libero” il professor Alberto Brambilla, Presidente di Itinerari Previdenziali. La soluzione è davanti alla portata di tutti: rifinanziare il fondo da 650 milioni di euro, anzi anche molto meno visto che da qui a fine anno potrebbero bastare ‘solo’ 250 milioni di euro secondo il docente ex consigliere economico della Lega. Cgil, Cisl e Uil dopo Ferragosto hanno scritto ai ministri del Lavoro Andrea Orlando e dell’Economia Daniele Franco chiedendo «un intervento normativo urgente che consenta all’Istituto di assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori le tutele»: per il momento però, tutto tace da MEF e Via Vittorio Veneto.