La quarta dose di vaccino anti-Covid in Italia sta facendo registrare esiti flop in termini di somministrazioni effettuate. L’esecutivo guidato da Mario Draghi, dal canto suo, punta ad ampliare dopo l’estate la platea di vaccinabili con il secondo booster, al cui interno attualmente si trovano esclusivamente gli ultraottantenni, gli ospiti delle Rsa e i soggetti fragili over 60, ma il tema della scarsa adesione al cosiddetto “secondo richiamo” non può essere dribblato in fretta e furia senza venir preso in considerazione.
A tre mesi di distanza dall’apertura delle prenotazioni per l’inoculazione della quarta dose, i dati sono davvero da brivido: soltanto il 24,6% dei vaccinabili ha fatto l’iniezione e la percentuale viene ritoccata ulteriormente al ribasso (19,2%) tra gli over 80. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha commentato in questi termini lo scenario, non propriamente auspicabile alla vigilia: “Dobbiamo registrare che c’è stato un rallentamento e questo non è positivo. Dobbiamo utilizzare ogni momento per rinnovare l’appello a tutti coloro per i quali è prevista la quarta dose, come anziani e ultrafragili”.
QUARTA DOSE, FABRIZIO PREGLIASCO: “FATTA NARRAZIONE SBAGLIATA”
Sulle sue colonne, “Il Sole 24 ore” evidenzia le differenze tra regioni in termini di quarta dose: ad esempio, in Piemonte la percentuale delle somministrazioni è due volte superiore alla media nazionale (52,4%), dato che rende la terra sabauda la regione più virtuosa del Belpaese. Seguono Emilia-Romagna e Lazio (39,2% e 30,4%). Dati positivi anche per Liguria, Lombardia e Toscana. Ultima la Calabria con il 7,6% delle inoculazioni.
Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all’Università Statale di Milano, come riporta il quotidiano, ha dichiarato: “La colpa del flop della quarta dose è anche di chi consiglia di aspettare i vaccini nuovi, perché quelli attuali non servirebbero più. Ben venga una vaccinazione ampia ed estesa il più possibile. Fare la quarta dose è fondamentale, anche abbassando il limite d’età attualmente fissato, perché la situazione lo necessita. Una narrazione errata, anche da parte di alcuni medici di famiglia ha frenato una vaccinazione che è vero che si basa sul ceppo SARS-CoV-2 di Wuhan, ma comunque conferisce un valido rinforzo alle difese immunitarie”.