Svuotare Lampedusa, questo l’obiettivo che si è posto il questore di Agrigento Emanuele Ricifari. Intervistato da La Stampa, ha ammesso che la prima reazione dopo aver messo piede nell’hotspot è stata “qui va cambiato tutto”, descrivendo il dolore provato nell’incrociare gli occhi con i migranti: “Donne e ragazzini in quelle condizioni non ci possono stare. Non ci può stare nessuno. Questo è fuori discussione”.



“E’ necessario agire con la massima urgenza”, ha rimarcato il questore di Agrigento: “Entro poche settimane la gestione passerà alla Croce Rossa, ci sono già stati i primi sopralluoghi. Lo Stato non può lasciare nelle mani di una cooperativa privata, per di più già sotto inchiesta, un luogo così importante. Questo è un imperativo categorico deciso dal governo già prima del mio arrivo”.



Il questore di Agrigento sull’emergenza Lampedusa

Il questore di Agrigento ha ribadito che non c’è l’intenzione di allargare l’hotspot di Lampedusa: “Non allargheremo il centro per due ragioni. Primo perché pensiamo che Lampedusa abbia già sopportato un grande peso in tutti questi anni, non si può penalizzarla ulteriormente. Secondo perché non è sostenibile lo sforzo umano e economico che richiedono le operazioni sull’isola”. Emanuele Ricifari ha evidenziato che a Lampedusa intende fare soltanto le pratiche di identificazione degli uomini: “Dovranno stare pochi giorni, due o tre al massimo. Si fermeranno nell’hotspot non più di 400 uomini alla volta. Non vogliamo che il centro si saturi”. Il piano è chiaro: “Abbiamo già tre aerei Hercules dell’Esercito che portano via 100 persone a ogni volo. Abbiamo ottenuto 200 posti al mattino e 400 posti alla sera sui traghetti di linea. Inoltre stiamo cercando due navi dedicate a questo servizio, che possano prendersi in carico altre 500 o 600 persone potenziali al giorno”. Il questore ha aggiunto: “Il prefetto Valenti si sta occupando della ricerca delle navi personalmente. Il piano prevede la possibilità di trasferire fino a 1400 persone al giorno. Siamo stati larghi, per ragioni di prudenza. Perché il numero massimo di arrivi giornalieri è statisticamente di 1200: in trent’anni di sbarchi non hanno mai superato quella cifra”.

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