Quino, noto disegnatore padre del fumetto di Mafalda, è nato a Mendoza il 17 luglio del 1932: oggi avrebbe compiuto novant’anni. L’artista e fumettista, da sempre appassionato di disegno, aveva frequentato la scuola di Belle Arti per due anni, per poi decidere di lasciar perdere e intraprendere un’altra strada artistica. “M’insegnavano a ritrarre modelli bellissimi: gessi, anfore, anatre impagliate, una chitarra… Ma io fin da piccolo volevo fare il cartoonist e mi sono rotto le palle. Ho smesso: è una cosa che rimpiango un po’, insieme alla mia mancanza di disciplina. Infatti ho dovuto imparare da solo cose che lì avrei imparato con meno fatica, come la prospettiva. Se non la conosci bene diventa un casino disegnare certe immagini, come ad esempio un campo sportivo” aveva raccontato lo stesso disegnatore.
QUINO, LE FRASI PIÙ FAMOSE
Non sono poche, dicevamo in precedenza, le perle di saggezza dispensate da Quino, il disegnatore sudamericano dalla cui matita nacque la figura di Mafalda e, approfittando della decisione di Google di dedicare a lui l’odierno doodle, noi de “IlSussidiario.net” desideriamo proporvi altri aforismi e pensieri scelti del fumettista. Procediamo quindi con la carrellata: “Direi di essere tutti felici senza chiederci il perché“; “L’umorismo serve a mettere in evidenza le cose assurde che facciamo noi esseri umani”; “E alla fine, come funziona: si porta avanti la vita o la vita porta avanti uno?”.
Avrete notato che molto spesso si tratta di frasi semplici in apparenza, ma profondamente intrise di significato, come le seguenti: “Visto che amarsi non funziona, perché non proviamo ad amarci?”; “In fin dei conti, l’umanità non è altro che un panino di carne tra il cielo e la terra“; “E se invece di planare così tanto volassimo un po’ più in alto?”; “Come sempre: l’urgente non lascia tempo all’importante”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
DA MAFALDA ALLA GUERNICA, LE “COLPE” DEL MONDO
La bambina ribelle e il mondo che non accetta i soprusi e le colpe “degli adulti”: il visionario Quino, che oggi avrebbe compiuto 90 anni, continua ad essere protagonista “virale” di questo 17 luglio con il doodle di Google che campeggia di continuo online. Dopo aver provato a conoscere un po’ più da vicino il personaggio e le sue “massime”, ecco qua sotto qualche esempio dei suoi capolavori in “striscia” che tanto lasciarono il segno su disegnatori e vignettisti nostrani.
Non solo Mafalda insomma, anche una “pulizia” della Guernica di Picasso oppure l’esemplificazione del menefreghismo occidentale rispetto ai problemi di altre parti del mondo: ma anche nella stessa “bimba” ironica e arrabbiata, in realtà vi si legge di continuo il senso di protesta e polemica contro gli adulti e la loro gestione del mondo. «Se Mafalda fosse vissuta durante gli anni della dittatura militare sarebbe forse stata una ‘desaparecida‘ in più – disse in un’intervista all’ANSA lo stesso Quino, in riferimento ai problemi della dittatura in Argentina -. Non sarebbe sopravvissuta per il semplice fatto che aveva un cervello critico. Molta gente è scomparsa solo per questo e tra di loro moltissimi sono stati i giornalisti». (agg. di Niccolò Magnani)
LE “MASSIME” DI QUINO SUI POTENTI E GLI OPPRESSI
Il disegnatore padre di “Mafalda”, Quino, ha lasciato una grande eredità dopo la sua morte, che non coincide unicamente con i fumetti e le sue creazioni artistiche, ma anche e soprattutto con le sue pillole di saggezza, le quali oggi più che mai risultano essere attuali. Noi de “IlSussidiario.net” abbiamo selezionato alcune delle sue massime, che vi proponiamo di seguito: “Il problema è che ci sono più persone interessate che persone interessanti”. Oppure: “L’ideale sarebbe avere il cuore nella testa e il cervello nel petto. Così penseremmo con amore e amore con saggezza”.
Tra gli altri pensieri di Quino, segnaliamo: “Sì, lo so, ci sono più problemologi che risoluzionisti. Ma cosa faremo loro?“. E, ancora: “Direi che dovremmo essere tutti felici senza chiederci perché”; “Dove dobbiamo spingere questo Paese a portarlo avanti?”; “L’umorismo serve a mettere in evidenza le cose assurde che noi esseri umani facciamo”; “È divertente, chiudi gli occhi e il mondo scompare”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
QUINO E IL PREMIO PRINCIPE DELLE ASTURIE 2014
Durante la sua carriera, Quino ha rivelato che le sue vignette riguardavano “il rapporto tra i deboli e i potenti e questo mi ha sempre perseguitato. Quella sensazione di impotenza che i poveri hanno di fronte ai ricchi. Non lo so, a volte penso che dovrei smettere di disegnare per un po’, per non vivere l’angoscia o la paura di ripetermi. Ma quando penso che aprirò il giornale e non ci saranno i miei disegni, provo più angoscia e continuo a disegnare”.
Peraltro, affermò anche che, se la “sua” Mafalda fosse vissuta durante gli anni della dittatura militare, sarebbe forse stata una “desaparecida” in più. Quino ha anche ricevuto il prestigioso Premio Principe delle Asturie 2014 per la Comunicazione e le Discipline umanistiche per “l’enorme valore educativo” e la “dimensione universale” del suo operato e per i personaggi che “trascendono ogni geografia, età e condizione sociale”. Un artista completo, a tutto tondo, che ha saputo mettere d’accordo il mondo intero e che ancora oggi risulta essere uno dei fumettisti più apprezzati di sempre. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
QUINO, LE SUE PILLOLE MORALI PIÙ SIGNIFICATIVE
Nel corso della sua esistenza, l’artista Quino ha avuto modo di toccare con mano quanto fosse amato da parte del suo pubblico, che non ha perso l’occasione di ringraziarlo ogni volta che lo incontravano. Correva l’anno 2006 quando Quino si recò in visita in Spagna e il quotidiano “El País” organizzò un’intervista ai suoi lettori, i quali gli chiesero della sua passione per il lavoro. Un quesito al quale l’uomo rispose in questi termini: “Non mi aspettavo di vivere così a lungo. Non ho mai fatto altro che disegnare, né so come farlo, a parte andare al cinema, bere del buon vino e ascoltare musica. Ma non ho mai pensato ad altro che a disegnare” .
Una vera e propria vocazione, la sua, che l’ha portato a diventare una vera e propria icona internazionale del mondo dei fumetti. Anche le sue pillole morali sono divenute celebri. Ve ne riportiamo un paio di seguito: “Se non fai cose stupide quando sei giovane, non avrai nulla di cui sorridere quando sarai vecchio”; “Come sempre, non appena si mettono i piedi per terra, il divertimento finisce”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
QUINO, PERCHÉ SMISE DI DISEGNARE MAFALDA?
Quino, il disegnatore “papà” di Mafalda, bambina contestatrice del mondo dei fumetti, smise di realizzare le sue “strisce” nel 1973, dopo un periodo di ben dieci anni di pubblicazioni. Una scelta che lo stesso autore motivò in questi termini ai microfoni de “L’Espresso”: “Ad un certo punto mi sono veramente stancato. Non ce la facevo più a dire tutto quello che non andava, a passare il mio tempo in un continuo atteggiamento di denuncia”.
Peraltro, il momento nel quale Quino ha deciso di mettere fine alle avventure di Mafalda “è coinciso con l’inizio di un periodo nero per l’Argentina: quello dei sequestri, delle sparizioni, della dittatura. Il regime militare ha rafforzato la censura. Anche volendo, non avrei mai potuto continuare”. Tra le frasi più celebri di Quino, se ne ricorda una in particolare, che può e deve divenire il leitmotiv di vita di ciascuno di noi: “Alcuni mi amano per quello che sono, altri mi odiano per lo stesso motivo, ma io sono entrato in questa vita per cercare di essere felice, non per compiacere qualcuno”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
CHI È QUINO, IL DISEGNATORE DI MAFALDA
Joaquín Salvador Lavado, noto in tutto il mondo come Quino, oggi avrebbe compiuto 90 anni. Purtroppo non ha raggiunto questo traguardo, perché nel 2020 è morto in Argentina. Il celebre motore di ricerca Google, però, oggi omaggia il “papà” di Mafalda, la bambina contestatrice e polemica protagonista dei suoi fumetti. Ritenuto l’umorista in lingua spagnola più tradotto al mondo, nacque a Mendoza nel 1932 da famiglia di immigrati spagnoli originari di Fuengirola. Restò orfano di madre a 13 anni e di padre a 16. Dopo la scuola dell’obbligo, si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Mendoza che però abbandonò due anni dopo. Grazie ad uno zio che faceva il grafico, Quino sin da bambino coltivò la passione per il disegno.
Proprio per distinguerlo dallo zio Joaquín Tejón fu chiamato Quino. E fu proprio lo zio a pubblicare le prime vignette del nipote negli anni Cinquanta, poi raccolte nel libro Mundo Quino. Mafalda nacque dalla mano di Quino tra il 1962 e 1963 per la pubblicità delle lavatrici Mansfield. Il committente però non apprezzò i disegni di Quino, quindi la piccolezza restò nel cassetto fino al 1964, quando apparì sulle pagine del giornale di Buenos Aires Primera plana prima di passare l’anno successivo al quotidiano El Mundo.
UMBERTO ECO “QUINO HA CREATO EROE DEL NOSTRO TEMPO”
La genesi di Mafalda è, dunque, molto strana. Doveva servire per pubblicizzare una marca di elettrodomestici, invece tre anni dopo fu pubblicato il primo libro che raccoglieva in ordine cronologico le strisce della bambina di Quino. In soli due giorni andò esaurita una tiratura di 5mila copie. Nel 1973 però Quino “abbandonò” Mafalda perché era «a corto di idee», secondo una sua stessa dichiarazione. Si trasferì a Milano, dove continuò a realizzare pagine di pungente umorismo. Nel 1977 vinse il Dattero d’Oro al Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera, mentre nel 1978 la Palma d’Oro. Poi visse tra Buenos Aires, Madrid e Parigi. Ma nel 2004, in occasione dei 40 anni di Mafalda, Quino inaugurò a Milano una mostra itinerante, dal titolo “In viaggio con Mafalda“, curata da Ivan Giovannucci, con 60 pannelli con 77 strisce e 50 tavole di humour. Umberto Eco paragonò Mafalda a Charlie Brown e scrisse che quella ragazzina era «un eroe del nostro tempo», perché rifletteva le tendenza «di una gioventù irrequieta». Quindi, riteneva che i figli sarebbero diventati «tante Mafalde», motivo per il quale «non sarà allora imprudente trattare Mafalda col rispetto che merita un personaggio reale».
QUINO E LE STORTURE DELLA SOCIETÀ
Quino, in effetti, ha il merito di aver disegnato una bambina, Mafalda, piena di idee per migliorare il mondo, con un occhio molto critico nei confronti delle storture della società. Il successo non poté che essere immediato. Anche per questo sorprese la scelta di interrompere le pubblicazioni. Ufficialmente la ragione è quella che vi abbiamo riportato, cioè che era a corto di idee, ma non si esclude che fosse legata alla crescente preoccupazione nei confronti del clima politico in Argentina, che stava andando incontro alla dittatura di Pinochet. Ma la sua Mafalda restò un’icona incontrastata, infatti nel 1976 fu scelta dall’Unicef come portavoce della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, invece alla fine degli anni Ottanta il regista cubano Juan Padrón ne trasse una serie animata. Nella seconda parte della sua carriera Quino si dedicò a editoriali a fumetti in cui disegnava con cinismo e ironia le illusioni della vita quotidiana, senza tralasciare temi come le assurdità burocratiche, l’insensatezza di una certa politica o le menti ristrette.