La pace tra Israele e Palestina è impossibile per Domenico Quirico. Alla Stampa spiega perché dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre è impossibile riuscire in ciò che non è stato possibile fare negli ultimi 74 anni, in cui si sono alternate tregue e conflitti. «Il tempo trascorso spaventa», la premessa del reporter, che infatti cita Truman e re Faruk giusto per fare un esempio dei leader che vivevano in passato, ma fa anche una ricostruzione dei fatti. «Dopo settantaquattro anni il bilancio è desolante. Alcuni Stati arabi hanno accettato Israele ma per coloro che dovrebbero vivere nella stessa terra la sintesi è: terrorismo e contro terrorismo», scrive Quirico. Il giornalista parla di un «cappio della memoria delle colpe rispettive» che «non si è allentato di un millimetro». Il problema vero per israeliani e palestinesi è che «mancano per la pace idee, ipotesi, programmi». Quindi, manca tutto.
In una fase della storia caratterizzata da precariato diplomatico e militare, «si sopravvive di proroghe a tempo determinato». Quello che viene suggerito non na neppure la possibilità di essere realizzato. Neppure la formula “due popoli e due Stati” è realizzabile. «Serve solo ai furbi occidentali che fingono di credervi per fare bella figura alle conferenze stampa». Per concretizzare quella proposta, secondo Quirico, «occorrerebbe svuotare la Cisgiordania di centinaia di migliaia di coloni ebrei messi proprio per renderla impossibile». A tal proposito, il giornalista sulla Stampa precisa che «molti sono andati lì perché attratti dalle facilitazioni sulle case e sgravi fiscali. Chi eliminerà lo “Stato dei coloni” dalla carta geopolitica? Chi ordinerà agli ebrei di sparare sugli ebrei?».
“FORSE GIOVANI FARANNO GIUSTIZIA DEL PASSATO”
Domenico Quirico affronta anche il tema delle “soluzioni pacifiche”, che sono «inutili perdite di tempo». A partire dalla smilitarizzazione di Gaza affidata con un mandato Nato o ai caschi blu. «Hamas dovrebbe esser così gentile da annullarsi, consegnare le armi e metter nel cassetto la sua idea costitutiva, ovvero piantare la bandiera di Allah su ogni centimetro quadrato di Palestina. In ogni caso per toglier la voglia ai pacificatori avrebbe pronti i martiri con cintura esplosiva e pensione garantita alle famiglie». Il giornalista sulla Stampa critica anche quegli intellettuali e politici che parlano di un solo Stato dove tutti, arabi ed ebrei, avrebbero diritto di voto.
«Idea fascinosa, ecumenica per la candidatura degli autori al prossimo Nobel della pace o della letteratura», scrive con sarcasmo Quirico. Inoltre, spiega che non è possibile anche perché «gli ebrei dovrebbero accettare il rischio di diventare minoranza e farsi cacciare con un democratico referendum». Gli stati d’animo sono due per il report: combattere e prepararsi a farlo. «Forse saranno le nuove generazioni a far giustizia del passato, a esigere, esauste, nei due campi di vivere un tempo nuovo, si sperava», conclude Quirico.