Domenico Quirico, in un editoriale pubblicato su La Stampa, ha parlato di come i rappresentanti del “male” siano sempre più protagonisti nel mondo attuale. “Non sta per caso trionfando sulla scena politica mondiale un’arte dell’essere infrequentabili, un anti-galateo che garantisce a Stati patria, leader canaglia, criminali di guerra, spregiudicati dimissionari della democrazia e dei diritti umani, eccellente salute nella libidine del potere e lunga vita da fanatici, felici e impenitenti perturbatori del nostro ordine universale?”, si domanda. “La risposta è sì”.



Il primo riferimento è a Vladimir Putin, per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che va avanti ormai da quasi due anni. Ma non solo. I talebani, l’Iran, il nord coreano Kim Jong-un, tra gli altri. “La schiera di questi scomunicati irrequieti come gocce di mercurio, prepotenti, striduli e sfrontati è molto lunga, molto di più, purtroppo, di quella di noi guardiani del tempio della Giustizia internazionale, però imminchioniti dallo smaniare per la nostra trigonometrica superiorità. E invece”, scrive. 



Quirico: “Trionfa un anti-galateo pro leader criminali come Putin”. Il parere

Domenico Quirico è dell’idea che la controffensiva degli Stati democratici su questi rappresentanti del male finora sia stata debole. “Se fossero efficaci le scomuniche dell’Occidente e i nostri fragranti punti di vista, ad esempio Vladimir Putin dovrebbe essere stato archiviato da tempo tra le prove della cattiveria umana”, sottolinea. Il presidente russo, al contrario, sta ancora agendo secondo i propri interessi politici, a discapito del popolo ucraino. 

“Allora il momento è abbastanza oscuro per delineare la grammatica degli impresentabili di successo e chiarire il mistero per cui passando dalla proscrizione occidentale alla realtà l’illecito diventa lecito, la colpa si fa addirittura merito e monumento. Tanto che alla fine spesso siamo noi che andiamo a mendicare la stretta di mano da colui per le cui tristi faccende esigevamo un tribunale e qualche volta il capestro. Sui loro delitti scende la polvere della dimenticanza”, conclude.