Tra i corridoi del Parlamento emerge sempre più una “pista” da seguire con molta attenzione in vista dell’Elezione del nuovo Presidente della Repubblica: se alla fine dovesse trovarsi un accordo tra i vari partiti di maggioranza sulla nomina di Mario Draghi al Quirinale come successore di Mattarella, ecco che le elezioni anticipate potrebbero non essere per forza la diretta conseguenza.



Secondo fonti qualificate parlamentari all’Adnkronos, si andrebbe incontro ad una sorta di “Governo fotocopia”: le stesse pedine (o quasi) tra i Ministri, ma un super-tecnico al posto di Draghi a Palazzo Chigi, con l’ex Bce a quel punto libero di accasarsi al Quirinale. Quello che poteva sembrare “fantapolitica” fino a qualche giorno fa ora pare essere un ipotesi tutt’altro che scartabile: le interlocuzioni tra Pd-M5s-Lega-FI-Iv-FdI proseguono nel tentativo di trovare vari schemi adattabili, ma primario sarebbe l’opzione Draghi-Colle e “governo fotocopia” come diretta conseguenza. «Se riapri la partita non chiudi più nulla, soprattutto c’è il rischio venga giù tutto», ragionano le medesime fonti all’Adnkronos.



COS’È IL “GOVERNO FOTOCOPIA”

Esclusa insomma l’ipotesi caldeggiata da Salvini e Renzi su un rimpasto di Governo con dentro tutti i leader: il ragionamento fatto è che di figure politiche sia già pieno l’attuale maggioranza (Pd-Franceschini, M5S-Di Maio, Lega-Giorgetti, Fi-Gelmini, Leu-Speranza). Nel “governo fotocopia” si avrebbe un piccolo rimpasto solo per i ruoli oggi in mano ai “tecnici”, scelti un anno fa personalmente da Mario Draghi: rischiano così Roberto Cingolani, Patrizio Bianchi, Enrico Giovannini e Luciana Lamorgese. La Lega guarda al Viminale, i grillini alla Transizione Ecologica e il Pd al Miur, riportano varie fonti trapelate in queste ore. Tra le possibile new entry viene data in “pole positione” la figura di Antonio Tajani, caldeggiata da Berlusconi. Inevitabile che l’interlocuzione maggiore sia però sul “tecnico” da piazzare sullo scranno più importante a Palazzo Chigi: al momento i due nomi principali sarebbero Vittorio Colao, attuale Ministro della Innovazione Tecnologica, o Marta Cartabia, la Ministra della Giustizia.

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