FICO: “NO POSITIVI AL VOTO PER IL QUIRINALE”

«In questo momento i positivi a norma di legge non possono votare»: così ha tagliato corto ieri a “Mezz’ora in più” il Presidente della Camera Roberto Fico riferendosi all’istruttoria – comunque ancora in corso – in Parlamento sul nodo dei deputati/senatori positivi al Covid-19 in vista delle Elezioni per il Quirinale. Le regole fissate dai questori della Camera negli scorsi giorni sembrano infatti non ammetter alcun appello: se qualcuno dei 1009 “grandi elettori” dovesse essere contagiato dal coronavirus non potrebbe partecipare dal 24 gennaio in poi all’elezione del nuovo Presidente del Repubblica, salvo riuscisse a negativizzarsi ovviamente.



Lo scontro è però serrato e non solo sul fronte “Super Green Pass” (dove alcuni parlamentari originari delle isole hanno presentato ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato alla Corte Costituzionale e chiesto la sospensione cautelare dell’obbligo sui mezzi di trasporto): ad oggi sono circa 40 i parlamentari positivi (29 alla Camera, circa 8 al Senato) e con l’aumentare dei contagi nei prossimi giorni si potrebbe assistere ad una competizione per il Colle decisamente “segnata” dalle tante obbligate defezioni. Fico finora è stato intransigente, spiegando «questo momento di emergenza sanitaria conclamata non dobbiamo dare messaggi sbagliati alla cittadinanza, fermo restando che ne discuteremo ancora».



IRA CENTRODESTRA: “C’È RISCHIO DEL CALCOLO POLITICO…”

Non la pensano però tutti come il Presidente della Camera e dalle file del Centrodestra si alzano numerose proteste per regole anti-Covid considerate troppo rischiose per la tenuta democratica delle Elezioni al Quirinale (mentre sul fronte no vax l’accordo trovato è farli votare con obbligo di Green Pass base all’ingresso di Montecitorio, dunque con tampone negativo). «L’auspicio è che si possa arrivare a creare le condizioni affinchè tutti coloro che hanno diritto di esprimere un voto lo possano fare, quindi confidiamo come centro-destra che si arrivi a condividere regole che permettano questo», ha spiegato a SkyTG24 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. «Bisogna trovare assolutamente una soluzione – incalza invece il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani – «c’è un diritto costituzionale che va rispettato, non si tratta di uscire per andare a fare la spesa ma di eleggere il presidente della Repubblica, quindi va trovata una soluzione. Tecnologicamente, non credo ci siano i tempi per un voto telematico a distanza ma si possono trovare altre soluzioni: far votare nelle prefetture o trovare una sala riservata per chi è in quarantena». Nella conferenza dei capigruppo della scorsa settimana il Centrodestra ha tentato di trovare una quadra con il Centrosinistra per ovviare al “nodo” dei positivi, senza riuscirsi: «il principio — dice il capogruppo azzurro Paolo Barelli — è che i parlamentari hanno diritto di tornare al loro domicilio, che per ragioni di servizio è Roma». Il Centrodestra unito si appella all’ultima circolare del Ministero della Salute che chiarisce le modalità con cui i positivi o soggetti in quarantena possono comunque spostarsi verso il luogo del rispettivo domicilio. «A quel punto», osserva Barelli, «così come avviene per il voto alle Politiche quando si organizzano seggi negli ospedali o per gli infermi, anche per i grandi elettori si potrebbe organizzare un servizio a domicilio». Il ragionamento del capogruppo di Forza Italia è semplice e non nasconde i timori di qualche calcolo politico negli avversari-alleati di Governo: «se qualcuno si opponesse alla richiesta, allora il sospetto che non sia per mera o scarsa sensibilità istituzionale ma per calcolo e interessi particolari, ci verrebbe eccome». Concorde con la linea di Lega-Fi-FdI è Marco Di Maio, parlamentare di Italia Viva: «sul voto per i positivi noi non abbiamo nessuna preclusione purché il voto non comprometta la sicurezza sanitaria. Se i questori e Fico riterranno di proporre una soluzione per far votare anche i positivi non ci opporremo». La trattativa, insomma, procede non senza toni “caldi” da entrambe le parti.

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