Dario Parrini, Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa: sono questi i tre senatori del Pd che oggi hanno presentato un disegno di legge costituzionale per la modifica degli articoli 85 e 88 della Costituzione: l’intento del Ddl è quello di vietare la rieleggibilità del Presidente della Repubblica, abolendo così anche il semestre bianco.



Dopo averne solo annunciato negli scorsi mesi la fattibilità, il Partito Democratico passa alla messa in pratica con la presentazione del Ddl nei giorni però caldissimi per le trame sul prossimo inquilino del Quirinale (a metà gennaio le prime votazioni in Parlamento per l’elezione del Colle). Nell’articolo 1 del ddl si chiede di aggiungere al primo comma dell’articolo 85 della Costituzione che il presidente della Repubblica «non è rieleggibile»; nell’articolo 2 invece si chiede di abrogare il secondo comma dell’articolo 88 – ovvero il semestre bianco dove il Presidente della Repubblica non poteva sciogliere le Camere nei 6 mesi prima della scadenza di mandato.



DDL QUIRINALE, PARLA CECCANTI (COSTITUZIONALISTA, PD)

Da più parti la mossa del Ddl Zanda viene vista come un “messaggio” circa le indicazioni sul prossimo Presidente della Repubblica: una sorta di “accantonamento” di qualsivoglia Mattarella Bis, a favore di un Mario Draghi che però a quel punto costringerebbe un ritorno alle urne in Primavera 2022. Chi non legge in questi termini la presentazione del disegno di legge a firma Pd è un esponente Dem, il costituzionalista e deputato Stefano Ceccanti: per il capogruppo Dem in Affari Costituzionali a Montecitorio, raggiuntato dall’Adnkronos, «Questo progetto di legge ha senso a prescindere […] Non c’è alcun legame con il bis. Detto questo, io ritengo che sarebbe la soluzione migliore». Ceccanti spiega che non è affatto escluso si possa tentare la stessa richiesta alla Camera: «Il Pd non è ancora entrato in questa discussione. Io personalmente, nell’equilibrio che ci siamo dati da vari mesi con Draghi a palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale, non vedo alternative a confermare i due nel ruolo che hanno. Ma questo lo penso a prescindere dal progetto di legge». Letta finora è rimasto in secondo piano, come fa intuire bene ancora Ceccanti: «Letta fa il segretario, ha responsabilità diverse, io esprimo un’opinione personale. Noi ci siamo dati uno scadenzario che riguarda la realizzazione del Pnrr e poi c’è il ruolo del presidente del Consiglio dentro il consiglio europeo. Un Consiglio in cui la settimana prossima cambia il Cancelliere tedesco e avremo un Cancelliere che non è mai stato alle riunioni del Consiglio europeo, in cui il presidente Macron è in campagna elettorale per il mese di aprile… secondo me la presenza di Mario Draghi al Consiglio europeo è più che utile. E al Consiglio europeo ci va il presidente del Consiglio, non il presidente della Repubblica». Il deputato Dem prova poi a spiegare all’Adn il perché di una proposta del genere in questo momento e non dopo l’elezione del Quirinale: «Siamo in una situazione particolare con una maggioranza così ampia ma in condizioni normali avere il semestre bianco in cui non si può sciogliere, quindi di fatto il governo non può cadere, può portare spesso a una situazione di immobilismo perchè varie forze politiche possono fare le irresponsabili e bloccare qualsiasi cosa non pagandone il prezzo perchè non c’è il deterrente dello scioglimento». Non solo, è giusto porre ora all’odg il ddl sul Quirinale visto che ancora non si sa chi sia il nuovo Presidente, «altrimenti potrebbe sembrare un’iniziativa rivolta contro il neo eletto. Altrimenti quale sarebbe la traduzione giornalistica? Che c’è un presidente neo eletto che alcuni non gradiscono e gli vogliono impedire la rielezione. Invece questo avviene sotto il velo d’ignoranza su chi sarà il prossimo presidente».

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