Mentre sono in corso le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica, tiene banco anche il caso Sara Cunial. La deputata del gruppo Misto, ex Movimento 5 Stelle, è stata fermata dagli assistenti parlamentari all’ingresso di via della Missione, che è la strada che costeggia Montecitorio, mentre provava ad accedere per partecipare alla prima votazione. Questo perché non è in possesso del green pass, neppure quello base, indispensabile per entrare alla Camera. Come ricostruito da Tg La7, ha poi provato ad accedere al drive-in, che è stato allestito per consentire agli elettori positivi al Covid o in quarantena di esprimere il proprio diritto di voto e quindi la loro preferenza.
Ma anche lì le è stato bloccato l’accesso, essendo una zona adibita nello specifico per questi elettori. Qui, ad esempio, il primo a votare è stato Ugo Cappellacci, attuale deputato di Forza Italia ed ex governatore della Sardegna. In ogni caso Sara Cunial non l’ha presa affatto bene, infatti ai giornalisti presenti ha annunciato l’intenzione di denunciare chi le ha impedito l’accesso e di aver chiesto l’intervento dei carabinieri.
SARA CUNIAL “FOLLIA, SIAMO IN DITTATURA”
«Sono sana e chiedo di poter votare il Presidente come è mio diritto costituzionale fare, non vedo perché non possa votare come i malati di Covid sia vaccinati che non», ha dichiarato Sara Cunial all’esterno di Montecitorio. Quando le è stato fatto notare che avrebbe potuto votare sottoponendosi al tampone, ha spiegato che in questo modo avrebbe ottenuto il green pass (che è appunto necessario), a cui lei però è contraria. «Non far votare un cittadino prima ed un parlamentare poi perché sano è un affronto alla democrazia, alla legge e alle istituzioni».
L’ex M5s ha parlato addirittura di norma «ad personam» contro di lei e alzato anche i toni: «Siamo in presenza di un abuso, è un atto gravissimo, una norma ad personam che oggi capita a un parlamentare ma che domani può capitare a chiunque. Siamo in dittatura». Come confermato da La Stampa, la parlamentare ha poi effettivamente chiamato i carabinieri per sporgere querela perché «qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di quanto è accaduto. Al momento è tutto verbale, siamo alla follia».