La riforma delle pensioni è una delle battaglie della Lega, che vuole rendere possibile lasciare il mondo del lavoro in anticipo, nello specifico con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. La questione è aperta nel governo, perché va risolto il nodo delle coperture. L’ultima idea a cui hanno lavorato il vicepremier Matteo Salvini e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon porta il nome di Quota 41 light. La novità riguarda il sistema di calcolo dell’assegno della pensione, perché si prevede l’uso solo del metodo contributivo. La proposta della Lega, quindi, cancellerebbe il sistema misto tra retributivo e contributivo, favorendo un calcolo che basato solo sui contributi che sono stati versati.



Per la Lega si tratta di una proposta con diversi vantaggi, partendo dalla riduzione dei costi di questa riforma, che è il motivo per il quale la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti avevano bocciato Quota 41. L’obiettivo del Carroccio è dimostrare che i costi per Quota 41 light sono sostenibili per inserire la riforma nella prossima Manovra, ma vanno anche risolte le criticità rilevate dalla Cgil, secondo cui si tratta di una proposta che farebbe calare l’importo delle pensioni tra il 15% e il 30%.



Anief ha già annunciato la sua contrarietà tramite le parole del professor Marcello Pacifico, che ne è presidente: il personale del mondo della scuola deve disporre di una finestra ad hoc e deve avere diritto al riscatto gratuito degli anni che sono stati destinati alla formazione universitaria. L’idea del Carroccio è quella di aprire le interlocuzioni con i sindacati già a fine settembre per elaborare una proposta condivisa con le sigle.

QUOTA 41 LIGHT, NODO RISORSE E TAGLIO ASSEGNO: LE SOLUZIONI DELLA LEGA

Prudenza sì, ma la chiusura non c’è nel governo, anche se vengono fissati dai paletti: ad esempio, Alessandro Cattaneo di Forza Italia ha precisato che la priorità è aumentare ulteriormente le pensioni minime, invece Marco Osnato di Fratelli d’Italia ha chiarito che l’obiettivo è «non scassare i conti pubblici». Quota 41 light richiederebbe coperture minori, che però non scenderebbero sotto al miliardo:le risorse necessarie per finanziare la riforma delle pensioni potrebbero arrivare da un taglio della rivalutazione, strada già imboccata dal governo Meloni.



Stando a quanto riportato da La Stampa, secondo fonti vicine al dossier il meccanismo dell’indicizzazione degli assegni «va ripensato», per questo l’esecutivo ha creato con il Cnel una commissione di esperti che deve calcolare l’adeguamento delle pensioni usando il “deflatore Pil“, che consentirebbe di risparmiare sulla rivalutazione.

Invece, per risolvere il problema relativo al possibile calo dell’importo dell’assegno pensionistico, secondo Durigon, che ha le idee chiare sul tema, infatti ne ha parlato a Ferragosto alla Gazzetta del Mezzogiorno, si può potenziare il secondo pilastro della previdenza per rendere l’assegno meno light. Il sottosegretario al Lavoro ritiene che vada implementata la previdenza complementare per evitare che i trattamenti pensionistici siano “da fame” con Quota 41 light.