La Quota 41 light proposta da Salvini e dalla Lega non sarebbe stata presa piacevolmente dall’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero che avrebbe approfittato di un confronto diretto con Matteo Salvini per muovere delle critiche su questa possibile soluzione.

Durante una live sul programma In Onda di La7, Elsa Fornero ha giudicato in modo indiretto (ma non troppo) la scelta di inserire la Quota 41 Light proponendola come valida sostituta ad una attuale riforma che persiste da 12 anni.



Quota 41 Light rigettata dalla Fornero: perché?

Elsa Fornero avrebbe mosso delle critiche non direttamente alla Quota 41 Light ma alle proposte giunte fino ad oggi dal Ministro Salvini e al suo operato. Infatti durante la diretta ha da prima criticato la volontà di cancellare la sua riforma e poi ha giudicato la conoscenza del leader della Lega:



Quale livello di incapacità esprime un politico che per anni ha promesso di cancellare la mia riforma delle pensioni alla prima riunione del Consiglio dei Ministri, e sono passati 12 anni?

Salvini ha partecipato a numerosi Consigli, adottando misure discutibili, ma sulle pensioni non ne capisce nulla.

Una mossa quella della Fornero discriminante e mirata a far saltare la proposta su cui ha lavorato fino ad oggi Matteo Salvini insieme a Claudio Durigon.

La rivoluzione del sistema previdenziale

L’idea di attuare Quota 41 Light – vista l’impossibilità di estendere la misura per tutti – è quella di Superare la Fornero. La soluzione mira a conteggiare l’assegno previdenziale tenendo conto esclusivamente del metodo contributivo.



Con questa opzione il calcolo misto (retributivo e contributivo) per i lavoratori che hanno cominciato l’attività prima degli anni ’96 verrebbe eliminato. Sicuramente la proposta ha un duplice effetto: quello positivo è di Superare la Fornero e poterla approvare per i costi inferiori rispetto a quanto proposto fino ad oggi.

L’effetto negativo – criticato dalla Cgil – è la penalizzazione (cica il 30% sugli assegni pensionistici) che si rifletterebbe soprattutto nei lavoratori che hanno avuto da sempre delle carriere continue.