La truffa delle quote di Co2 scambiate tra aziende che traggono profitti attraverso un meccanismo europeo che dovrebbe teoricamente proteggere l’ambiente da emissioni inquinanti e contribuire al miglioramento del clima, è “una storia trentennale” come afferma in un articolo il quotidiano Le Monde. Il giornale, che per primo ha avviato l’inchiesta su questo sistema di “lucro legalizzato” attraverso il “cap and trade” cioè il sistema di scambio delle emissioni, regolamentato dall’Europa in base agli accordi firmati sul protocollo di Kyoto, ha pubblicato il risultato dell’indagine con dati allarmanti.
Negli anni infatti, la rivendita di queste quote ha permesso di finanziare fondi speculativi di investimento nel mercato del carbonio. Diventando più che una norma per proteggere l’ambiente, un vero e proprio sistema finanziario. Secondo il WWF, alcune tra le più grandi industrie europee, tra le quali quelle più inquinanti produttrici di acciaio, alluminio, cemento, solo tra il 2013 ed il 2021 avrebbero guadagnato grazie a questo “trucco” circa 98,5 miliardi di euro. Dei quali solo un quarto risulta essere stato veramente destinato a progetti per la protezione del clima e la riforestazione.
Quote gratuite Co2, l’inchiesta di Le Monde “30 anni di truffa legalizzata”
Il giornale Le Monde è riuscito a svelare il meccanismo di “appropriazione indebita legale” delle aziende, solo dopo otto anni di indagini, e grazie anche al fondo europeo per il giornalismo investigativo. Provando che il sistema creato dall’Europa destinato a sostenere l’ambientalismo è in realtà stato usato principalmente a scopo di lucro. Grazie alle quote gratuite di Co2 in pratica le industrie che hanno “inquinato meno” sono autorizzate a rivendere quelle in eccesso. In questo modo si è creato un vero e proprio mercato che ha contribuito all’aumento del prezzo del carbonio che ha raggiunto cifre record passando dai 7 euro a tonnellata del 2008 fino agli attuali 100 euro.
Come sostiene l’eurodeputato dei verdi Yannick Jado, “Il governo avrebbe potuto inserire una clausola che consentiva di recuperare i soldi generati da questi scambi, ed usarli per scopi ambientali, ma così non è stato“. Ora c’è in ballo una riforma europea che prevede di cessare le quote gratuite per le emissioni Co2alle industrie entro il 2034, ma come conclude il quotidiano francese “Sarà molto difficile quantificare quante transazioni a fini di lucro e al limite della truffa sono state fatte negli anni, grazie ai meccanismi poco trasparenti che hanno permesso alle aziende di speculare fino ad oggi“.