Largo alle “quote nere” in politica. La proposta giunge direttamente dall’ex parlamentare ed ex ministro Livia Turco, attuale presidente della Fondazione Nilde Iotti, la quale, in occasione del dibattito “Le parole che non ti aspetti”, organizzato a Roma da Prossima, ha espressamente asserito che “è necessario che le persone immigrate partecipino attivamente alla polis, alla dimensione pubblica, alla politica, facendo in modo che le agorà abbiano una forte partecipazione mescolata di italiani e di nuovi italiani”.
Un messaggio di integrazione che è stato ripreso e pubblicato sull’edizione odierna de “Il Giornale”, che ha riportato anche altri estratti del discorso politico di Turco, la quale ha insistito sulla necessità di giungere alle prossime elezioni con un’alternanza di candidati italiani e di candidati nuovi italiani. Per farlo, a suo giudizio, è opportuno costruire strumenti di partecipazione attiva dei nuovi italiani, perché solo attraverso la fatica del conoscersi e riconoscersi e la promozione della partecipazione attiva di tutti i cittadini potremo davvero “costruire la società della convivenza”.
“QUOTE NERE” IN POLITICA, IL DISCORSO DI LIVIA TURCO
Livia Turco, in merito all’inserimento di “quote nere” in politica, ha rimarcato la necessità per il nostro Paese, da lei ravvisata, di evolversi, trasformandosi in uno Stato nel quale le istituzioni, la politica e i partiti cessino di essere soltanto di razza bianca, visto e considerato che in Italia si contano cinque milioni di persone che sono immigrate e a cui sono stati riconosciuti diritti, come previsto dalla Costituzione: studio, minori, maternità. “Però – ha aggiunto l’ex ministro –, continuiamo a considerare questi concittadini solo forza-lavoro e abbiamo una modalità di stare gli uni accanto agli altri, senza fare la fatica di conoscersi e riconoscersi”. Un atteggiamento che alla lunga rischia di “portare a conflitti” e di “non valorizzare il capitale umano che abbiamo tra di noi”. D’altra parte, ha concluso Livia Turco, pensandoci bene, sono rarissimi i casi di consiglieri comunali nuovi cittadini e l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta è stato l’unico a proporre un ministero per l’integrazione con una donna, Cécile Kyenge, ministra del nostro Paese.