Che andare bene a scuola non sia sintomo di intelligenza è più che risaputo ma il caso che arriva da Vicenza è emblematico e ancora una volta ribadisce come il quoziente intellettivo niente abbia a che vedere con il saper fare le equazioni o riuscire nella comprensione del testo. Proprio in Veneto, infatti, un ragazzino di 12 anni, che frequenta una scuola vicentina e che può vantare un QI superiore a 130, ha smesso ad anno in corso di studiare poiché avrebbe perso interesse per le lezioni.
Non si è trattato di un capriccio o di un dispetto nei confronti di genitori o insegnanti ma può capitare che questi ragazzi, definiti “gifted”, si annoino sui banchi di scuola poiché ritengano scontate e banali le nozioni che vengono date. Per questo motivo, nel caso specifico, il dodicenne aveva spesso di seguire e di studiare per noia e così, a fine anno, è stato bocciato per “scarso rendimento”. Il ragazzino, come sottolineato dai genitori, è sempre stato “spigliato e precoce” ma entrambi non avevano compreso subito che potesse esserci altro dietro.
Quoziente intellettivo più alto, alunno riammesso in classe
I bambini “gifted”, ovvero con un quoziente intellettivo più alto e superiore a 130, da Lucia Michieletto – che dirige il “Polo apprendimento e trattamento” di Padova nei suoi centri clinici – vengono definiti come “più veloci e intuitivi” ma spesso, questi ragazzini, in classe si annoiano e disturbano. Per questo motivo tali alunni vanno indirizzati verso l’adozione di metodologie didattiche personalizzate e inclusive, cosa che nel caso dell’alunno di Vicenza non è stata fatta.
Dopo la bocciatura del figlio, i genitori vicentini si sono rivolti al Tar perché non è mai stato attivato un piano di didattica personalizzato e inclusivo nonostante fossero stati consegnati in tempo i documenti in grado di attestare la “specialità” di loro figlio. L’avvocato della famiglia, Ermelinda Maulucci, al Corriere del Veneto spiega: “Abbiamo chiesto un provvedimento urgente di sospensiva: in questo modo lo studente potrà cominciare la terza con i suoi compagni, poi il provvedimento seguirà il suo corso”. I genitori dunque hanno contestato la mancata applicazione di un piano ad hoc per loro figlio, che avrebbe avuto bisogno di un percorso specifico visto l’alto quoziente intellettivo. Il Tar ha deciso di accogliere il ricorso, riammettendo in classe il giovane alunno.