Il cantante americano R. Kelly è stato condannato in via definitiva a 20 anni di carcere. Lo ha stabilito nelle scorse ore la Corte federale d’Appello di Chicago precisando che l’imputato è stato “correttamente” condannato, così come si legge sul sito dell’agenzia di stampa italiana Ansa. L’artista aveva fatto ricorso il 23 febbraio scorso contro la condanna giunta a settembre del 2023, ma alla fine è stato appunto condannato a vent’anni dietro le sbarre nonostante i pubblici ministeri di Chicago chiedessero una pena ancora più dura pari a 25 anni.



I legali del cantante non si danno comunque per vinti: “Siamo delusi dalla decisione ma la nostra battaglia è lungi dall’essere finita”, hanno dichiarato, mentre l’avvocato Jennifer Bonjean, attraverso una nota scritta, ha fatto sapere che intende chiedere alla Corte Suprema degli Stati Uniti una revisione della sentenza. R. Kelly era già stato condannato in un altro processo, a giugno del 2022, ad altri 30 anni di carcere con le gravissime accuse di associazione a delinquere e sfruttamento sessuale. A febbraio l’ex star dell’R&B aveva comunque deciso di appellarsi in quanto secondo i suoi legali non vi era “prova che rapper abbia violato la legge anti-mafia”, così come avevano riferito i media americani.



R. KELLY, CONFERMATA LA CONDANNA A 20 ANNI: L’ALTRO PROCESSO A CUI È STATO CONDANNATO A 30 ANNI

Dopo decenni di accuse di molestie e abusi sessuali alla fine Robert Sylvester Kelly era stato ritenuto colpevole di aver adescato a scopo sessuale delle donne e dei bambini, oltre che per aver guidato una rete criminale in quel di Chicago che reclutava donne, sottoponendole poi a degli abusi sia psicologici quanto sessuali.

I legali del cantante si erano detti convinti che il governo non è stato in grado di provare che i componenti dell’organizzazione di R. Kelly fossero al corrente dei reati, di conseguenza non si potrebbe applicare la legge. Inoltre, stando sempre agli avvocati, lo staff non era a conoscenza che fossero implicate delle donne minorenni.