Cos’è il fattore R di cui ha parlato il ministro della Salute Roberto Speranza, e perchè è così importante in questo periodo di Coronavirus? In un colloquio telefonico con Stella Kyriakides, commissario UE, il ministro ha predicato cautela nell’allentamento delle misure restrittive per non correre il rischio di vanificare i rischi fatti fino a questo momento; ha poi detto che “siamo nella fase leggermente sotto il dato 1 additandolo a risultato straordinario rispetto al 3-4 di qualche settimana fa in alcune aree del Paese, così che finalmente si possa tornare a programmare il futuro. Speranza ha detto che siamo “vicini a R con zero inferiore a 1”, e dunque è giusto approfondire cosa sia questo parametro, come lo si debba leggere e perché sia tanto importante nei dati che riguardano il Coronavirus e la diffusione della pandemia in Italia e non solo.



R0 (R con zero) è appunto un parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, come si legge sul sito ufficiale del Ministero della Salute. Per leggerlo, bisogna prestare attenzione a segni e numeri: ovvero, se avessimo un valore R0=1 significherebbe che un singolo malato – in questo caso di Coronavirus – contagerà una persona, e così via. Il rischio di contagio dunque cresce quanto più aumenta l’indicatore nella formula, ma bisogna sempre considerare che il tasso di contagiosità cambia da malattia a malattia. Per esempio, nell’influenza è pari a circa 1,3 e dunque relativamente basso; per quanto riguarda invece il morbillo abbiamo picchi che possono toccare anche R0=18. Il Coronavirus come detto dal ministro Speranza è arrivato a 3-4, soprattutto in Lombardia: stiamo parlando dunque di una malattia infettiva che ha avuto un’alta contagiosità, e lo sappiamo bene.



RO, L’OBIETTIVO E’ CHE DIVENTI NEGATIVO

L’obiettivo dunque è arrivare ad un R0 negativo: qualora lo fosse, è piuttosto evidente che significherebbe che il singolo malato di Coronavirus non infetterebbe più nessuno, arrivando al contenimento dell’epidemia. Secondo le ultime indicazioni (il colloquio telefonico è di ieri) i numeri si sono decisamente abbassati ma adesso bisogna stare attenti, perché di certo la pandemia non si è del tutto arrestata e il virus è ancora diffuso, anche se rispetto a qualche settimana fa la situazione pare davvero essere migliorata. Ricordiamo infine che l’indicatore R0 ha un andamento variabile a seconda delle persone con cui si viene in contatto durante il contagio, e per quanto tempo le si frequenta. Nei prossimi giorni dunque staremo attenti a questo particolare indicatore, per scoprire se ci potremo considerare realmente nella Fase 2 di cui tanto si parla.

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