Racalmuto, 34enne uccide i genitori

Omicidio shock a Racalmuto: Salvatore Sedita, 34enne, ha ucciso i genitori con una mannaia. L’uomo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio. La donna aveva chiesto aiuto ai servizi sociali, che si stavano attivando: per attivare però velocemente la procedura, bisognava fare la denuncia. La mamma, però, ha scelto di non denunciare. L’unica denuncia pendente sull’uomo è quella di maltrattamenti per l’ex moglie, due anni fa. Come spiega Storie Italiane, il duplice omicidio potrebbe essere avvenuto lunedì in serata.



Il 34enne diceva di essere sotto un incantesimo, spiega che vedeva i fantasmi, che aveva visto entrare nella stanza un uomo vestito di nero con un machete. I vicini di casa raccontano: “Erano persone brave, molto brave. Il figlio lo conoscevamo ma a volte salutava, a volte non salutava. Era particolare. Tante volte sono venuti i carabinieri, sono intervenuti. Lui era aggressivo. Una volta la madre la voleva buttare dal balcone, sono intervenuti in tempo. Magari poi lo portavano con loro e dopo un po’ lo rimandavano a casa”. Un altro vicino spiega: “Lo conoscevamo di vista, siamo come una famiglia. Mi è dispiaciuto che nessuno sia intervenuto perché non si è sentito niente”.



Mamma Alice Scagni: “C’era una minaccia fisica”

Antonella, mamma di Alice Scagni, ha vissuto una storia simile sulla sua pelle. Il figlio Alberto ha infatti tolto la vita alla sorella nonostante le tante denunce della famiglia. A Storie Italiane, la donna esprime il proprio punto di vista, rivivendo il proprio dolore: “Avevo letto questa storia ma pochi media ne hanno parlato. Nel nostro caso non abbiamo avuto remore a cercare aiuto e denunciare. Il risultato è stato lo stesso, o simile. Avremmo preferito essere uccisi noi che nostra figlia. Mi ha molto colpito aver letto che questi genitori siano stati trovati abbracciati. In questo abbraccio rivedo nostra figlia”.



Al contrario dei genitori di Racalmuto, Antonella e il marito avevano denunciato il figlio Alberto Scagni. “C’era stata una minaccia fisica nei confronti di questi genitori. Noi abbiamo chiamato un numero di emergenza ma nessuno si è visto. Ancora dobbiamo sentire la telefonata del 112, si vergognano di farla sentire all’Italia”.