LA LETTERA UE ALL’ITALIA: LE NOVITÀ
«La Ue non vuole massacrare nessuno di tasse»: così risponde il Commissario all’Economia Ue Paolo Gentiloni, rispondendo indirettamente alla critica lanciata da Matteo Salvini ieri in merito alle raccomandazioni dell’Unione Europea per il Semestre Europeo.
Patto di Stabilità resta congelato, ma non per questo il monito ai Paesi più a rischio recessione è meno ingente: a settembre ci sarà nuovo esame, spiegano Valdis Dombrovskis (vicepresidente Commissione) e Gentiloni, in conferenza stampa. «L’Italia sta vivendo squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera», si legge nella lettera inviata a Roma. Come l’Italia, nella lista di Paesi con “squilibri macroeconomici eccessivi” troviamo anche Grecia e Cipro, mentre Germania, Spagna, Francia, Olanda, Portogallo, Romania e Svezia hanno squilibri “ma non eccessivi”. In merito al tema del catasto, la Commissione Ue prova a spiegare: «Nelle nostre raccomandazioni – ha detto Gentiloni – ci sono sei parole che posso anche leggere: “aggiornare i valori catastali ai valori attuali di mercato”. Penso che questo non rappresenti né una richiesta di aumento delle tasse, né di reintroduzione di tasse sulla prima casa ma rappresenti una necessità di cui penso il Governo italiano sia pienamente consapevole e infatti sta preparando misure in questa direzione». Nelle raccomandazioni si chiede poi all’Italia di «ridurre ulteriormente le tasse sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema. L’Italia deve adottare e attuare opportunamente la legge delega sulla riforma fiscale, in particolare attraverso la revisione delle aliquote marginali d’imposta». Infine, l’indicazione è per «razionalizzazione e la riduzione delle agevolazioni fiscali, anche per l’Iva, e le sovvenzioni dannose per l’ambiente garantendo equità e riducendo la complessità del codice tributario».
LA BOZZA DELLE RACCOMANDAZIONI UE ALL’ITALIA
Dopo che già la Commissione Europea aveva tagliato le stime di crescita dell’Italia dal 4,1% al 2,4% per il 2022, sono in arrivo altre cattive notizie per l’economia del nostro Paese: è attesa infatti in giornata la lettera di raccomandazioni della Commissione Ue all’Italia dove verrà definita ancora una volta l’attuazione del Pnrr come «essenziale» per la tenuta dei conti italiani.
Ampi stralci della bozza di raccomandazioni Ue sono stati resi noti ieri da “La Repubblica”: la crisi della pandemia, il deficit che sale e soprattutto ora l’enorme crisi economica derivata dal combinato disposto guerra Ucraina e caro-energia, pesano e non poco sul Governo italiano. «L’attuazione del Pnrr in Italia è essenziale», si legge nelle anticipazioni delle raccomandazioni, «serve realizzare le riforme su fisco, concorrenza, Irpef, cuneo fiscale e catasto». Il Next Generation Eu, dopo le forti polemiche anche nostrane sull’effettiva fattibilità del progetto di riforme, resta per la Commissione Ue l’impegno migliore che l’Italia possa portare all’Europa per porre fede alle promesse fatte in materia di abbattimento del debito pubblico. «Il Paese deve limitare la crescita della spesa corrente», si legge ancora nelle raccomandazioni anticipate da “Rep”, «per una riduzione credibile e graduale del debito e espandere gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale ma anche, sul fisco, rivedere le aliquote marginali e allineando i valori catastali ai valori di mercato».
FUTURO PNRR-ITALIA: COSA DEVE FARE IL GOVERNO DRAGHI
Le pagelle sull’Italia non porteranno comunque ad alcuna procedura d’infrazione per la crescita di debito e deficit col Pil, ma questo perché il Patto di Stabilità è ancora sospeso (e dovrebbe rimanervi per tutto il 2023). Questo non toglie però che le raccomandazioni della Commissione Europea indichino un percorso ancora tutto in salita per l’Italia.
«L’accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Europa, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue perturbazioni della catena di approvvigionamento – si legge nel documento Ue – giustificano l’estensione della clausola di salvaguardia». Secondo quanto spiegato dal Commissario all’Economia Ue Paolo Gentiloni, ieri intervistato da “La Stampa”, le raccomandazioni in arrivo da Bruxelles «L’economia mondiale ha cambiato verso, l’espansione è divenuta una frenata globale, per l’Italia ora il Pnrr è l’antidoto: se non attua il Recovery, rischia la recessione. E i partiti non devono frenare sulle riforme». Non solo, chiosa l’ex Premier italiano, «Se pensassimo di essere ancora in una fase in cui sono possibili sostegni di ogni tipo credo prenderemmo un abbaglio. Non sto teorizzando il ritorno all’austerity, ma quello che abbiamo fatto durante la pandemia non è più possibile, per almeno due ragioni. La prima: non è necessario. Due: sarebbe un azzardo». Per il nostro Paese le vulnerabilità principali, sottolineate dalle “pagelle Ue”, riguardano il debito pubblico e la crescita debole: ancora la bozza di raccomandazioni scrive «in presenza di una insufficiente riduzione della spesa corrente, serve concentrarsi sul Pnrr che potrebbe aumentare il Pil italiano dello 0,9 per cento rispetto allo scorso anno».
La piena attuazione del piano Next Generation Eu (motivo della “strigliata” di Draghi nell’ultimo Cdm, ndr), in linea con le tappe e gli obiettivi, «aiuterà l’Italia a riprendersi rapidamente dalla ricadute della crisi Covid», conclude la Commissione Ue, aggiungendo i punti principali a cui porre molta attenzione. Eliminazione «delle strozzature che bloccano gli investimenti per la transizione verde e digitale» ma anche revisione del sistema delle tasse: «un tema sul quale oltre a sottolineare che il cuneo fiscale sul lavoro rimane alto si punta l’indice anche su uno dei terreni di scontro tra i partiti che sostengono il governo Draghi», scrive “La Repubblica”. Ovvero il catasto e il caro-energia: «I valori catastali – scrive la commissione Ue – sono in gran parte obsoleti e le tasse sull’energia non promuovono sufficientemente la transizione verso tecnologie più pulite».