I rischi sulla salute umana delle radiazioni nucleari, quanto sono gravi? In base agli studi scientifici internazionali, la realtà sembrerebbe abbastanza diversa da quanto alcuni vorrebbero far credere. Gli studi sui sopravvissuti ai due principali disastri nucleari mai avvenuti prima, e cioè la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki e poi la catastrofe provocata dalla centrale di Chernobyl, dimostrerebbero che l’effetto delle radiazioni sull’organismo, in particolare quello prodotto da basse quantità controllate, come potrebbero essere quelle emanate dalle centrali, non è nocivo tanto da giustificare una fobia di massa.
La campagna di propaganda prodotta nel corso degli anni, specialmente dai partiti contro questo tipo di politiche energetiche, ha infatti indotto una paura immotivata nella popolazione, facendo leva soprattutto sulle vittime dei disastri avvenuti in passato. Come sottolinea in un articolo di approfondimento il quotidiano la Verità, probabilmente per strumentalizzare tali eventi proprio per spingere l’opinione pubblica verso il “no” contro le centrali. Occorre fare una netta distinzione quindi, tra i livelli di radiazioni che davvero sono dannosi e letali rispetto a quelle a bassa intensità che invece non comportano gravi pericoli.
Allarm radiazioni, “Esagerazione degli effetti per propaganda contro le centrali nucleari”
L’allarme, molto spesso ingiustificato, che da anni molti esponenti politici lanciano nei confronti della pericolosità delle radiazioni nucleari nei confronti della popolazione, ha portato a plasmare un’opinione pubblica che ha espresso quasi sempre pareri negativi nei confronti della riapertura delle centrali. Tuttavia come dimostrano studi scientifici condotti sui sopravvissuti alle catastrofi atomiche, il livello di rischio è strettamente proporzionale alla quantità di radiazioni e ai tempi di esposizione alle stesse.
La dimostrazione evidente si può ricercare ad esempio nell’analisi degli effetti della bomba atomica a Hiroshima, soprattutto per quanto riguarda la parte di popolazione sopravvissuta al tragico evento. Nonostante molti siano stati esposti a radiazioni in quantità di gran lunga superiore a quelle che normalmente si trovano in natura, hanno comunque mantenuto un buon livello di salute, con solo l’1% di incidenza di tumori. Inoltre, sempre in Giappone, a causa delle radiazioni rilasciate dopo l’incidente della centrale di Fukushima, i sopravvissuti continuano a mantenere una buona aspettativa di vita con età media di 84 anni.