Radio Maria è stata chiusa in Nicaragua con l’accusa di “non avere rispettato degli obblighi legislativi”, in particolare, come riportato da Ansa, in relazione alla presunta pubblicazione dei bilanci relativi al periodo dal 2019 al 2023 e alla scadenza del consiglio di amministrazione avvenuta nel novembre del 2021. In realtà la misura del regime di Daniel Ortega sembra inserirsi perfettamente in quello che è lo scenario di persecuzione nei confronti della Chiesa Cattolica che va avanti ormai da tempo.



Non è la prima volta infatti che l’emittente clericale viene presa di mira, soltanto pochi mesi fa era stata già costretta a ridurre i suoi orari di programmazione: dalle 24 ore su 24 in cui andava in onda, alle 14 ore precedenti alla chiusura definitiva. Ma non è tutto, dato che erano stati bloccati anche i due conti bancari in suo possesso, così che non potesse ricevere le donazioni che gli permettevano di andare avanti. Infine, il provvedimento che ha stroncato, si teme per sempre, un’attività che andava avanti da decenni.



L’annuncio della chiusura di Radio Maria in Nicaragua crea scalpore in tutto il mondo

L’annuncio della chiusura definitiva è stato dato proprio tramite i canali di Radio Maria, dove viene espresso tutto il dispiacere per l’impossibilità di operare a nome della Chiesa Cattolica in Nicaragua, dove le tensioni tra il regime di Daniel Ortega e i religiosi si stanno facendo sempre più alte. L’emittente radiofonica non è stata infatti l’unica realtà colpita dal provvedimento approvato dal Ministro degli Interni, María Amelia Coronel. Insieme a questa sono state colpite altre dodici organizzazioni senza scopo di lucro.



Innumerevoli i messaggi di sostegno della comunità cattolica che stanno arrivando da tutto il mondo in queste ore, ma la sensazione è che a poco serviranno. Il timore è che la situazione si aggravi ancora di più, soprattutto dopo che nelle scorse ore è stata arrestata ed espulsa dal Paese la giornalista Nohelia González, che lavorava per un canale religioso.