Basta una radiografia per individuare i pazienti asintomatici da Coronavirus? Sembrerebbe così, stando ad uno studio condotto dall’Ircss Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – in collaborazione con le Università degli Studi di Milano, Pavia e Palermo, il centro Medico Radiologico di Codogno e la Radiologia della Casa di Cura San Camillo di Cremona: risultati poi pubblicati sulla rivista Radiology. Il tema degli asintomatici è sempre stato molto importante nel corso della pandemia da Coronavirus: si è spesso detto come fosse complicato tenere traccia delle persone che hanno effettivamente sviluppato il Covid-19 ma non ne abbiano presentato i sintomi. Problema che naturalmente andava e va ad influire non soltanto sui dati ufficiali sui contagi emessi dalla Protezione Civile e dalle Regioni, ma che rende difficile il tracciamento dei contatti – se ne è parlato anche riguardo la App Immuni.



RADIOGRAFIE PER SCOVARE GLI ASINTOMATICI?

Ora però sembra siano stati fatti passi avanti in argomento: lo studio di cui sopra è stato condotto a Codogno, proprio nel comune che ha rappresentato il primo focolaio di Coronavirus in Italia. La ricerca, si legge su Ansa, si è focalizzata sull’analisi retrospettiva di radiografie toraciche che i pazienti avevano eseguito al termine della quarantena, e che non riferivano malesseri particolari o avevano solo qualche vago sintomo (febbre sotto i 37,5°C e avvisaglie parainfluenzali). Ebbene, su 170 radiografie ben 100 (nello spazio di una settimana) hanno riscontrato immagini riconducibili a una polmonite insterstiziale bilaterale e dunque altamente sospette, perché riferibili alla polmonite che viene correlata al Coronavirus. In percentuale siamo al 58,8%: dato indicativo anche se adesso serviranno eventuali e ulteriori conferme. Nel frattempo però si può ben dire come questo possa essere un deciso passo avanti: riuscire a tenere traccia effettiva degli asintomatici potrebbe essere centrale anche e soprattutto nella Fase 2 del Coronavirus.

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