Raf tra gli ospiti della nuova puntata di Top Dieci, il programma condotto da Carlo Conti in prima serata su Rai1. Il cantautore di Self Control torna in tv a distanza di pochissimo tempo dalla pubblicazione di un singolo a cui è molto legato. Si tratta di “Samurai” brano registrato con il figlio Samuele conosciuto come D’Art. Un brano a cui è molto legato e che il cantautore ha raccontato così a Radio Italia: “avevo il desiderio di farlo da quando lui aveva 6 mesi! È una cosa impensabile, non è facile. Alcuni anni fa, dopo i primi approcci alla chitarra e alla musica rock, lui è passato alla musica della sua generazione”. Il testo del brano racconta il rapporto tra un padre e un figlio con Raf che ha sottolineato: “più che un rapporto, io arrivo a ricordare quanto la vita, oggi, sia molto complicata soprattutto per i giovani, che devono affrontare il futuro e le loro decisioni. I nostri sogni erano più consistenti: alla sua età, avevo modo di entrare nel profondo delle cose, mentre per loro è più complicato. Nelle strofe, infatti, Samuele parla di un quotidiano complicato: io, invece, gli di dico non preoccuparsi, perché non sarà mai solo. Con la tempra di un samurai, quindi, devi conquistarti quello che vuoi, cercare di fare qualcosa e combattere per un mondo migliore”.



Raf dal vivo con Umberto Tozzi: “riprenderemo nei teatri con una versione più acustica dei concerti”

Raf è pronto a tornare anche dal vivo con i live con l’amico e collega Umberto Tozzi. “La prima parte del tour nei palasport stata molto bella ed emozionante, un’esperienza con un caro amico di sempre” – ha detto l’artista che ha anticipato ai microfoni di Radio Italiana – “ci avete accompagnato in questo tour meraviglioso e carico di un’energia incredibili: è una delle cose più esaltanti che abbia fatto nella mia carriera. A grande richiesta, ma era anche una nostra volontà, riprenderemo nei teatri con una versione più acustica dei concerti”. Infine parlando della musica di oggi ha sottolineato: “ogni epoca ha la sua musica: il rock e la disco music non sono i linguaggi della nostra: sono stati soppiantati da hip-hop, EDM e reggaeton. D’altra parte il rock è più vecchio, ma attenzione, perché l’hip-hop non è nuovissimo, anzi io lo seguivo attentamente negli anni 80 e vent’anni fa pensavo avesse detto tutto. Quello che ho sottovalutato è che proprio come il rock negli anni precedenti, anche l’hip-hop si è trasformato in un calderone in cui sono entrati tanti altri generi e influenze che lo hanno rigenerato, dal pop al jazz ai ritmi latini. Ed è capace di farlo anche perché è flessibile, si adatta alla velocità frenetica con cui i ragazzi consumano musica oggi”.

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