LA FEDE CATTOLICA DI RAFAEL LEAO: “CREDO FORTEMENTE IN DIO, PREGO ANCHE PRIMA DI…”
Per provare a capire un filino di più che tipo sia Rafael Leao, il n.10 più talentuoso della recente storia del Milan, forse occorre “rubare” un aneddoto raccontato dall’ottimo collega della “Gazzetta dello Sport” Luca Bianchin: la sera dello show pazzesco in Champions League tra Real Madrid e City (due dei club che da anni hanno messo nel mirino le qualità del 24enne portoghese, ndr) Rafa era in una parrocchia di Milano in zona Navigli per vedere una partita di calcetto di alcuni amici. Di aneddoti del genere raramente Leao ne parla nelle interviste tv dove, sempre sereno e gentile, non vuole comunicare molto della sua vita personale.
Allegro, “ciondolante”, rapper e amante della concezione secondo cui il calcio è bello ma non è tutto, in campo da anni è ormai uno dei top mondiali sebbene ancora giovanissimo: Rafa Leao nella sua autobiografia uscita negli scorsi mesi ha raccontato anche della sua personale fede cattolica, quella sì mai nascosta sia in campo che fuori. «Le persone pensano che sia leggero, che io voglia prendere in giro gli avversari, ma non è così… Sorrido perché Dio mi ha dato un dono incredibile e fino a questo momento il lavoro che ho fatto è stato ripagato da questo successo», racconta il n.10 del Milan nel suo libro “Smile. La mia vita tra calcio, musica e moda” anticipato in ampi stralci ieri sul quotidiano “Avvenire”. La fede per Rafa è tutto e non lo nasconde: «Sono credente, cattolico. Credo in Dio, lo faccio fortemente. Prego ogni notte prima di andare a letto», addirittura Leao racconta che ogni volta che scende in campo o comunque ogni qualsiasi accadimento importante della sua vita, la preghiera e il ringraziamento a Dio è il primo punto.
LEAO E LA FEDE NEL DOLORE DELLA SEPARAZIONE: “MIO PAPÀ IL MIO SUPEREROE”
Prendendo forse spunto da quell’‘atleta di Dio’ con cui ha condiviso il reparto d’attacco in questi fortunati anni milanesi – Olivier Giroud, il quale ricorda sempre come «ho bisogno tutti i giorni di Gesù perché dà senso alla mia vita» – Leao conferma di quanto il rapporto con Dio non sia qualcosa di “relegato” nel passato: «Prima andavo sempre a Messa la domenica, ora faccio più fatica perché ci sono le partite. La preghiera fa parte della mia vita». Una fede che non si è raggrinzita o persa pur nel momento più difficile della sua vita, quando da piccolo i suoi genitori si sono separati.
«Pur rispettandosi, non ho mai visto i miei genitori amarsi… Credo che sia in parte per quello che oggi faccio molta fatica a fidarmi delle persone… Non riesco ad aprire il mio cuore al 100% a nessuno, perché ho una tremenda paura che mi possano ferire», spiega un Rafa Leao riflessivo e serissimo come raramente si vede in campo. Nel libro autobiografico svela di volere comunque una famiglia e dei bimbi, se possibile prima dei 30 anni, ma sempre rimanendo all’interno della gioia cristiana della famiglia. Due i punti di riferimento, i “padri” che lo hanno salvato nella sua giovane vita: in primis quell’Antonin Leao, il suo vero padre, che lo aiutò durante la difficile infanzia in periferia in Portogallo. «Se sono oggi quello che sono il merito è soprattutto di una persona: mio padre, Antonio Leão. È il mio supereroe». Dal papà nella vita a quello nei campi da calcio, ovvero il primo dirigente che ha creduto davvero in lui: «senza Paolo Maldini non sarei chi sono, è stato unico, fondamentale».