Fondatore della Nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo è morto all’età di 79 anni. Il celebre boss si è spento nel reparto sanitario del carcere di Parma – dove morì Toto Riina poco più di tre anni fa – dopo una lunga malattia. Come ricordato da Il Fatto Quotidiano, le sue condizioni di salute si aggravarono pesantemente nell’agosto del 2020, con un peggioramento esponenziale nel corso delle scorse ore.

Raffaele Cutolo era detenuto in regime di 41 bis da 24 anni dopo essere stato condannato in via definitiva a 14 ergastoli. Lui, insieme al clan da lui fondato, è stato il protagonista delle stagioni sanguinarie targate camorra degli anni Settanta e Ottanta. Condannato, tra gli altri, per gli omicidi dell’ex vicedirettore del carcere di Poggioreale Giuseppe Salvia e del sindaco di Pagani Marcello Torre, il boss di Ottaviano fu in prima linea nel corso della trattativa tra DC e Brigate Rosse per la liberazione dell’assessore campano Ciro Cirillo, sequestrato dai terroristi nell’aprile del 1981.

MORTE RAFFAELE CUTOLO, LE REAZIONI

Soprannominato in carcere ‘O Professore perché l’unico capace di leggere e scrivere, Raffaele Cutolo è stato tra i boss della camorra più temuti per le sue gesta criminali, ma non solo. Basti pensare alla clamorosa evasione, a colpi di bombe, dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa del 1978. Tantissime le reazioni sul web per la dipartita del camorrista, così Roberto Saviano: «Cutolo fu boss potente, più di un primo ministro. Un potere che lo tenne in carcere tutta la vita; i segreti – che si porta nella tomba – non riuscirono a ricattare il potere politico che l’aveva usato. Uomo violento e disperato partorito da un un territorio violento e disperato». Queste, invece, le parole di Paolo Borrometi: «È morto il boss Cutolo. Davanti alla morte c’è il silenzio. Anche nei confronti di chi, in vita, non ha avuto pietà. Oggi più che mai penso alle sue vittime ed ai loro familiari. Familiari che, a differenza di quelli suoi, non sono riusciti a vedere i propri cari invecchiare».