A Storie Italiane si è trattata la bella vicenda di Raffaele, un ragazzo che è stato tolto dalle strade difficili di Napoli, e che ha cambiato vita, grazie e soprattutto all’aiuto di Catello Maresca, sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia della città partenopea. Una svolta significativa quella di Raffaele, al punto che ha deciso di chiamare il magistrato “papà”: “Caro papà ti scrivo questa lettera – le parole mandate in onda durante il programma di Rai Uno – per tutto quello che hai fatto e fai per me, sei il mio più grande sostenitore, il mio amico, e so che posso sempre contare su di te. Non ho dubbi sul fatto che mi abbia fatto diventare la persona che oggi sono, non ci sono parole per ringraziarti”. Subito dopo ha replicato lo stesso Maresca: “Riesce ancora a sorprendermi e a farmi commuovere, poi ce la vediamo a due fra di noi per questa sorpresa, ma lui è stato bravo”.



RAFFAELE E L’AIUTO DEL PM MARESCA “COSI’ SI FA LA VERA ANTIMAFIA”

Maresca ha voluto sottolineare l’importanza del dare un aiuto concreto ai ragazzi che vivono in zone complicate: “Abbiamo cercato di aiutare tanti ragazzi perchè così facciamo la vera antimafia. Raffaele fra qualche ora verrà con me in una zona di Napoli a portare la spesa alle famiglie in difficoltà, questo significa essere concreti e dare un segno tangibile. Dell’antimafia non ce ne dobbiamo ricordare solo quando muore l’ennesimo poliziotto, non ci dobbiamo ricordare della lotta alla criminalità solo in questi momenti. Ci vuole un piano serio che passi non solo attraverso l’intervento giudiziario ma anche attraverso questi messaggi. Lo stato deve intervenire”. Sul finale è intervenuto nuovamente Raffaele, che ha lanciato un appello allo stato dopo che la sua pizzeria ha dovuto chiudere per l’emergenza coronavirus: “Ci serve un aiuto, una mano. Ad oggi non sono più in grado di coprire le spese della pizzeria. Ci credo ancora in questo sogno perchè esistono persone come Maresca, che ci danno coraggio, ma a noi servono risposte adeguate su tante domande. Perchè non mettere l’asporto con la fila?”.

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