Raffaele Sollecito è tornato a parlare dell’omicidio di Meredith Kercher, per cui è stato assolto, nel corso del podcast Meredith – Il delitto di Perugia, le cui prime due puntate sono state pubblicate su Repubblica. Il contenuto della trasmissione audio è stato realizzato attraverso le voci dei protagonisti del drammatico caso. “Sono stato sempre convinto che Amanda Knox fosse presente lì e avesse assistito al delitto”, ha affermato. Una versione confermata anche dall’allora fidanzata, anch’ella assolta, che disse di essersi rifugiata in cucina e di essersi tappata le orecchie mentre la vittima, assassinata da Patrick Lumumba, urlava.



L’unico ad essere condannato, per concorso in omicidio, fu però Rudy Guede, che dopo avere scontato 13 anni di carcere adesso si trova in libertà. “È una sentenza che mi ha lasciato molta amarezza in bocca, secondo me hanno voluto dare una chance agli investigatori. Eppure sulla scena del crimine c’è solo il Dna di Guede”, ha aggiunto Raffaele Sollecito.



Raffaele Sollecito: “Morte Meredith? Amanda era presente”. La vita dopo l’assoluzione

Raffaele Sollecito, a Repubblica, ha parlato anche della sua vita dopo l’assoluzione dall’accusa di omicidio di Meredith Kercher. Ad oggi ha 38 anni, è laureato in ingegneria informatica, lavora in una azienda di Milano e fa volontariato nelle carceri. Trovare un impiego, però, non è stato semplice. “Una multinazionale, dopo avermi fatto l’offerta e avermi fatto firmare, ha ritirato la proposta dicendomi che all’interno dell’azienda c’erano parenti della vittima. Io sono rimasto scioccato, ho risposto che non avevo fatto niente alla vittima”, ha raccontato.



Nonostante il verdetto dei giudici, tra l’altro, non gli è stato riconosciuto alcun risarcimento per la detenzione, in quanto avrebbe fornito dichiarazioni contraddittorie, tra cui proprio quella secondo cui Amanda Knox non era in casa al momento dell’omicidio. “Io a quest’ora potevo lavorare in una multinazionale, mentre le istituzioni italiane mi hanno massacrato e non mi hanno risarcito né mi hanno mai chiesto scusa. Mi hanno messo in ginocchio”, ha concluso.