-2 al referendum sulla giustizia, tra il dibattito sull’affluenza e le ragioni del sì e del no. Sul tema è intervenuto anche Raffaele Sollecito, protagonista di uno dei più grandi casi mediatici degli ultimi anni. Lui, infatti, ha trascorso quattro anni dietro le sbarre prima di vedere riconosciuta la propria innocenza per l’omicidio di Meredith Kercher. E ha affrontato sette anni di complesso e articolato iter giudiziario…
Intervenuto ai microfoni di Adnkronos, Raffaele Sollecito non ha dubbi sull’utilità di andare a votare per il referendum sulla giustizia. “Andrò a votare”, ha esordito all’agenzia di stampa: “Il tema è complesso, ma in Italia la politica non è mai stata capace autonomamente di riformare la giustizia: nessun governo non ci è mai riuscito. I problemi sono tanti e i cittadini sono consapevoli che il ‘sistema giustizia’ non garantisce i loro diritti”.
RAFFAELE SOLLECITO SUL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
“Purtroppo, della custodia cautelare si abusa da tantissimi anni in questo Paese. Molto spesso la reiterazione è solo una scusa, perché di fatto l’accusato non è stato ancora condannato, quindi si inficia già la presunzione di innocenza”, ha aggiunto Raffaele Sollecito a proposito di uno dei cinque quesiti del referendum sulla giustizia, quello relativo alla custodia cautelare. Ricordiamo che il quesito si propone di mantenere il carcere preventivo solo per il pericolo di fuga o l’inquinamento delle prove, non più per il rischio di reiterare il reato. Raffaele Sollecito ha poi proseguito: “Bisogna limitare la custodia cautelare al massimo, perchédiventa uno strumento coercitivo di tortura in assenza di prove, per estorcere un’ammissione di colpevolezza”.