Raffaella Carrà esprime il suo sentito ricordo di Gianni Boncompagni durante la trasmissione di Renzo Arbore, “No, non è la BBC”. Lo show è un vero e proprio omaggio a Gianni Boncompagni, celebre spalla di Renzo Arbore che in chiusura di puntata ha commosso il pubblico a casa, rivolgendosi direttamente al cartonato del suo storico partner televisivo: “Gianni, non ti ho visto in forma. Non lo ero nemmeno io, chissà perchè”. Ad omaggiare Gianni Boncompagni anche la mitica Raffaella Carrà. La showgirl descrive il suo Gianni Boncompagni come una persona perbene, ricordando poi il legame speciale che li legava: “Posso dire che Gianni era un uomo quasi perfetto”, le parole di Raffaella Carrà a “No, non è la BBC”. Vengono riproposte tutte le partecipazioni da personaggi storici al Carramba che fortuna. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Raffaella Carrà, musa ispiratrice di Gianni Boncompagni

Raffaella Carrà, la musa ispiratrice di Gianni Boncompagni, ospite questa sera a No, Non è la BBC di Renzo Arbore. L’artista racconterà i suoi ricordi personali e momenti memorabili legati a Gianni Boncompagni, come alcuni blocchi del programma ‘Pronto Raffealla?’, ma anche i famosi giochi dei fagioli, con quel meccanismo tanto semplice quanto accattivante. I telespettatori dovevano indovinare in collegamento telefonico quanti fagioli ci fossero esattamente nel vaso trasparente. Un gioco che diventava sempre più intrigante puntata dopo puntata, grazie al crescente montepremi. La Carrà e Gianni Boncompagni hanno ricoperto un ruolo importantissimo per la televisione italiana. E’ poi emerso, molto tempo dopo, che Boncompagni, aveva “imitato” l’idea ad un programma di una trasmissione in onda su un canale toscano, sotto la conduzione di Cesara Buonamici. (Agg.Jacopo D’Antuono)



CARRA’-BONCOMPAGNI, UN SODALIZIO ARTISTICO

Per oltre 50 anni, Raffaella Carrà è stata la musa di Gianni Boncompagni. Nel loro sodalizio artistico un’amicizia durata oltre 50 anni, una storia lunga più di un decennio e una collaborazione che ha segnato indelebilmente la storia della musica italiana. “Tutte le canzoni che lei ha cantato le ho scritte io”, diceva il regista in uno speciale di Stefano Di Michele per Il Foglio, “e mi rendono ancora un sacco di soldi dopo trent’anni… Lei – ricordava Boncompagni – è una specie di icona gay, le sue canzoni sono Ormai degli inni”. Vicini di casa, oltre che colleghi, tra i due un sentimento che non si è arrestato con la fine della loro storia d’amore: “E il bello è che non abbiamo mai litigato, neanche una volta”, spiega la Carrà raggiunta da Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano. “L’ironia e il gioco ci hanno uniti da subito”.



Raffaella Carrà: “Lui è stato presente anche nei miei momenti di paura”

Raffaella Carrà questa sera ricorderà Gianni Boncompagni nel programma evento No, non è la Bbc, ma in passato ha ripercorso diverse volte il loro percorso umano e professionale, rammentando, in particolare, come la loro storia d’amore fu aspramente criticata dall’opinione pubblica dell’epoca: “Vivevo con un uomo separato, con tre figlie. Una cosa non prevista dalle leggi di allora, non proprio un esempio di rigore. Ma che devo fare?”, ha raccontato in passato la Carrà a Stefano Di Michele per Il Foglio. La loro storia era infatti contraddistinta da un legame molto profondo, oltre da un amore che per molto tempio ha resistito anche alla distanza: “Lui è stato presente anche nei miei momenti di paura e di stanchezza – ha spiegato la Carrà – Un bel compagno nella mia vita, ci siamo aiutati e sostenuti a vicenda. Alla fine ci siamo separati solo per un fatto di distanze, ero sempre lontana, avevo un grande successo in Spagna con le sue canzoni, poi in America Latina. Questo ha fatto sì che ci fosse un distacco inevitabile”.

Raffaella Carrà: “Lui era universale”

Raffaella Carrà, protagonista questa sera a No, non è la Bbc, ha ripercorso in una lunga intervista concessa a Il Fatto Quotidiano il suo ricordo indelebile di Gianni Boncompagni. “Lui era universale, non riconducibile a un’unica situazione”, ha spiegato la celebre icona della tv. “Quando l’ho conosciuto – ha aggiunto – era principalmente un fotografo, bravissimo, i suoi bianco e nero sono dei capolavori”. Tra i suoi difetti, invece, trova posto la pigrizia: “Le nostre migliori domeniche sono state quelle in accappatoio per tutto il giorno”, ha ricordato Raffaella Carrà; inoltre: “Gianni è stato uno dei più grandi fautori e consumatori di prodotti Findus, non mangiava altro, possedeva delle scorte infinite di surgelati e guai a tentarlo con del pesce fresco”. Oggi, ha rivelato la conduttrice, a mancarle è soprattutto “la sua visione della vita, la sua leggerezza, la sua ironia, il saper associare il divertimento alla serietà”.