È importantissimo l’insegnamento che deriva dalla vicenda di Angela Lucanto e che – in generale – si coglie guardando la fiction di Canale 5 L’amore strappato: non ci si deve mai e in nessun caso sentire abilitati a formulare giudizi temerari sulla base di ciò che leggiamo sui giornali e neanche – persino – sfogliando le sentenze di un tribunale. Non sempre, infatti, la verità è una questione semplice e lineare: i telespettatori – invita Raffaella Lucanto – facciano attenzione, quando sentono parlare di casi simili a questo. “Bisogna stare attenti a non formulare un giudizio preventivo e sommario”, ha dichiarato Raffaella a Today nel 2019. “Certo, è vero che nella realtà esistono casi di persone che compiono atti terribili nei confronti dei propri figli, ma è anche vero che esiste qualcuno che può essere accusato ingiustamente. Quei mostri che vengono sbattuti in prima pagina, a volte possono non essere mostri”. (agg. di Rossella Pastore)



RAFFAELLA LUCANTO PROTAGONISTA DE L’AMORE STRAPPATO

Questa sera torna in prima serata, su Canale 5, la miniserie tv “L’amore strappato” e inevitabilmente i riflettori si riaccenderanno su Raffaella Lucanto: è sulla sua dolorosa e drammatica vicenda, e dal libro che la figlia Angela ha scritto alcuni anni dopo (“Rapita dalla giustizia”), che si ispira liberamente la fiction che vede Sabrina Ferilli impersonare il personaggio di Rosa, una mamma coraggio, ed Enzo Decaro nei panni del marito ingiustamente accusato, due genitori che si vedono tolta la figlia di sette anni.



CHI È RAFFAELLA LUCANTO?

Ma chi è Raffaella Lucanto? Ripercorriamo quella che è stata una surreale vicenda nata a causa di un errore giudiziario: la famiglia, residente a Masate (Milano) ha visto l’incubo cominciare nel lontano 1995 quando la piccola Angela fu tolta ai genitori perché sospettati di aver perpetrato degli abusi nei suoi confronti. Undici lunghissimi anni sono trascorsi prima che Angela, diventata oramai diciottenne, potesse riabbracciare mamma e papà e scoprire non solo che i due non l’avevano abbandonata come le era stato detto ma anche che il provvedimento con cui era stato disposto l’allontanamento da casa si basava su un’accusa rivelatasi di fatto infondata e, come emerso nei successivi gradi di giudizio, “il fatto non sussisteva”.



RAFFAELLA LUCANTO, STORIA DI UNA ‘MAMMA CORAGGIO’ E DI UN ERRORE GIUDIZIARIO

Come si ricorda, Salvatore Lucanto, marito di Raffaella, era stato accusato di abusi nei confronti della piccola Angela tanto da essere condannato a tredici anni di reclusione in primo grado per via di una segnalazione di una 14enne che sosteneva di essere stata abusata proprio da lui: la bimba, ‘strappata’ alla sua famiglia, era rimasta sino al compimento dei 18 anni presso un’altra famiglia adottiva nella convinzione di essere stata abbandonata. Tuttavia Raffaella e Salvatore non si sono mai arresi e, assieme all’altro figlio Francesco, hanno continuato a gridare la loro innocenza: anzi proprio la determinazione del fratello di Angela è stata decisiva per l’happy ending finale. Questa stessa “madre coraggio” è stata successivamente ospite da Maurizio Costanzo per raccontare la sua vicenda, svelando anche alcuni aspetti molto dolorosi.

Per dieci anni non l’abbiamo più vista né sentita: poi l’abbiamo ritrovata ad Alassio, era lì che stava in vacanza: così siamo andati là tutti i weekend estivi per cercarla e sapere come stesse” ha raccontato la madre durante un’ospitata nel talk show condotto dal giornalista, aggiungendo che col marito hanno deciso poi di riavvicinarsi definitivamente alla figlia solo quando questa è diventata maggiorenne, non prima. Ma l’altro aspetto terribile di questa vicenda è che per oltre dieci anni i due coniugi hanno dovuto convivere non solo con l’onta di una colpa mai commessa ma anche con le maldicenze e le accuse di chi, pur non conoscendo realmente i fatti, li aveva già bollati come pessimi genitori e, nel caso di Salvatore, persino capace di abusare di una bambina piccola.