Raffaella Maietta è la docente di 55 anni che giovedì 5 maggio 2022 è stata travolta e uccisa da un treno presso la stazione di Marcianise, in provincia di Caserta. Un caso di cronaca che può considerarsi tutt’altro che archiviato, dal momento che la famiglia della vittima non crede all’ipotesi del suicidio e ha incaricato due legali difensori, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, di depositare un esposto alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, con l’intento di fare piena luce sulla vicenda e sulle cause del decesso della donna.
Le prime indagini, eseguite dalla Polizia Ferroviaria, parlano appunto di un gesto anticonservativo messo in atto da Raffaella Maietta, a tal punto che il sostituto procuratore Gerardina Cozzolino ha concesso quasi nell’immediato il nulla osta per lo svolgimento della cerimonia funebre, giudicando l’esame autoptico tutt’altro che necessario. I suoi cari, però, sono di tutt’altra opinione e intendono vederci chiaro.
RAFFAELLA MAIETTA, MORTA INVESTITA DA UN TRENO A MARCIANISE: CHIESTO IL SEQUESTRO DELLA SALMA
Come approfondisce sulle sue colonne il quotidiano “Il Messaggero”, il marito di Raffaella Maietta, Luigi (operaio in una ditta edile della zona) e i due figli della coppia, Tommaso e Katia, di 30 e 28 anni d’età e ambedue insegnanti nell’Italia settentrionale (uno a Lodi, l’altra a Firenze), non accettano assolutamente la prima ipotesi degli investigatori e sono convinti che la 55enne non avesse alcuna ragione per togliersi la vita. Di conseguenza, “chiedono che le indagini proseguano ancora e che siano effettuate a 360 gradi, senza che venga tralasciato alcun minimo dettaglio della vicenda”.
Non solo: è stata presentata anche richiesta di sequestro della salma. Il coniuge di Raffella Maietta ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Mi hanno riferito che su alcuni social media stanno circolando nella rete dei filmati della scena tragica mortale che avrebbe ripreso un passante con il suo telefonino. Chiederò al magistrato il sequestro di queste riprese registrate e poi lanciate in rete. Non possiamo consentire che girino immagini e riprese del genere”.