Nel film-documentario Raffaello il genio sensibile, in onda nella tarda serata di domenica 5 aprile, verrà ripercorsa la vita dell’artista umbro: pittore e architetto, uno dei più celebri in epoca rinascimentale ma, soprattutto, considerato tra i più grandi artisti di sempre. Impossibile ovviamente descriverlo in poche righe, perché solo per alcune delle sue opere bisognerebbe spendere parecchio tempo; lo si può ricordare se non altro per aver dato vita al manierismo, e per alcuni dipinti a tema religioso che oggi sono immortali. Per esempio la Resurrezione, completata nel 1501 e oggi conservato al Museu de Arte di Sao Paulo in Brasile; o la celeberrima Pala Colonna, che si può ammirare al Metropolitan Museum di New York. E’ davvero complesso racchiudere Raffaello in un’opera “simbolo”; non vanno poi sottovalutati i suoi lavori da architetto.



Raffaello Sanzio infatti viene ricordato in particolar modo come pittore, ma da architetto ha lavorato al cantiere della Basilica di San Pietro, come anche a Villa Madama (Roma) che però è rimasto incompiuto come progetto. La sua influenza in questa arte è stata riscoperta molto tardi, di fatto sul finire del XX secolo grazie a una mostra che ne ha rivelato il lascito; come pittore invece Raffaello ci ha lasciato parecchi ritratti, ma è appunto celebre per i dipinti religiosi; la Madonna del Cardellino, forse l’opera più “riconoscibile” tra le innumerevoli, risale al 1506 circa e oggi è esposta nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Dovrebbe essere stato realizzato per il matrimonio di Lorenzo Nasi, un commerciante di lana, e rappresenta un momento dell’infanzia di Gesù e San Giovanni Battista, intenti appunto a giocare con un cardellino (che rappresenterebbe la Passione) mentre la Madonna osserva.



Raffaello Sanzio è nativo di Urbino, città che gli ha dato i natali più o meno in questo periodo: la data esatta non è nota ma è presumibilmente compresa tra il 28 marzo e il 6 aprile del 1483. Sappiamo invece della morte, avvenuta il 6 aprile 1520 a 37 anni: domani dunque si celebreranno i 500 anni dal decesso, ma potrebbero anche essere i 537 della nascita. Giorgio Vasari, che ne è stato lo storiografo, sostiene che la morte arrivò dopo 15 giorni di febbre continua e acuta; conosciamo il fatto che fosse Venerdì Santo, e che l’artista si trovava a Roma dove si era stabilito tra il 1508 e il 1509. Papa Giulio II, volendo rinnovare la città dal punto di vista artistico e urbano, aveva chiamato tanti artisti del momento tra i quali Michelangelo e Donato Bramante che, secondo quanto affermato ancora dal Vasari, avrebbe suggerito Raffaello (che era suo conterraneo). Questa è una delle versioni: l’altra vuole che la chiamata a Roma, che avrebbe cambiato la vita dell’artista, si debba a Francesco Maria Della Rovere che era amico del papa, e la cui madre aveva raccomandato Raffaello Sanzio a Firenze qualche anno prima.

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