Si allarga l’indagine riguardante la tragica morte di Sara El Jaafari e Hanan Nekhla, decedute all’alba di venerdì scorso nei campi coltivati a mais di Locate Triulzi, nel milanese, travolte da una mietitrebbia. Stando a quanto riferisce l’agenzia Adnkronos nella giornata di ieri, pare che in tutto vi fossero sette persone sdraiate fra le piante durante i tragici eventi, così come ha raccontato agli inquirenti uno dei due amici delle vittime, un ragazzo di 35 anni, identificato nella giornata di ieri assieme ad un 21enne: è stato ascoltato ieri sera dalla Procura di Lodi e al momento risulta essere indagato per omissione di soccorso.



Secondo il racconto fornito, come si legge sull’Adnkronos in data 8 luglio, pare che il 35enne avrebbe conosciuto le due vittime nella serata di giovedì 1 luglio, per poi aver trascorso assieme la serata e la nottata, consumando alcolici e droga, prima a casa di una conoscente e poi spostandosi appunto presso il campo di mais dove le due donne di cui sopra hanno trovato la morte. Una volta che si sono recati nelle campagne si erano uniti altri due uomini, anche loro di nazionalità marocchina, nonché una donna originaria della Romania. Il “festino” a base di alcol e droga era quindi continuato nelle ore successive, ma mentre il gruppo si trovava seduto a terra ad ascoltare musica, è passato il mezzo agricolo che ha appunto falciato le due vittime.



TRAVOLTE DA MIETITREBBIA, FORZE DELL’ORDINE INDAGANO PER OMISSIONE DI SOCCORSO

Probabilmente il fatto di essere intontiti come effetto di stupefacenti e alcol, non ha permesso ai sette di reagire all’arrivo della mietitrebbia e di conseguenza le due donne, che si trovavano sulla traiettoria del mezzo, sono state travolte.

Il 35enne sarebbe rimasto ferito al collo del piede sinistro, ma è riuscito comunque a scappare e a mettersi in salvo, senza però tornare indietro e controllare le condizioni fisiche degli altri del gruppo. Le forze dell’ordine vogliono appunto capire se una delle due vittime, Sara, quella che ha avvertito il 112 agonizzante, e che sarebbe morta dopo ore, si sarebbe potuta salvare se il 35enne (o comunque uno degli altri quattro) avesse avvisato in tempo i soccorsi.