Quanti ricorderanno – con un certo affetto, ma anche con una strana stretta al cuore – quella ‘notte prima degli esami’ diventata grazie ad Antonello Venditti un vero e proprio cult di generazioni su generazioni di giovani studenti? Ironia della sorte vuole che proprio in questi giorni si celebri il 40esimo anniversario dalla pubblicazione dell’album ‘Cuore’ che portò nelle case degli italiani per la prima volta le parole di ‘Notte prima degli esami‘ magistralmente cantate da un appena 35enne Antonello Venditti che – per l’occasione – ha deciso di riportare in tour quell’album scegliendo (forse a caso, forse no) proprio la vigilia di inizio della Maturità 2024, ovvero il 18 giugno.



Il primo concerto del nuovo tour si terrà nella cornice delle Terme di Caracalla, a due passi da Roma, ma nella giornata di oggi sulle pagine di Famiglia Cristiana è stata pubblicata un’intervista ad Antonello Venditti, che – partendo dal ricordare la sua Maturità – ha rivolto un sentito appello a tutti i giovani che a brevissimo torneranno sui banchi per l’ultimo esame affinché si godano “questi giorni”, fatti sicuramente di ansie e timori, ma descritti dal cantautore come “un momento talmente bello della vita che consiglio di prendere tutto quello che arriverà con un sorrisi”.



Antonello Venditti: “La mia notte prima della Maturità? L’ho passata in scooter con un amico”

Tornando indietro con la mente a quei giorni di Maturità, Antonello Venditti a Famiglia Cristiana ha confessato che la notte prima del temuto orale la passò “in moto, con un amico che mi dava ripetizioni di matematica. Per allentare la tensione, andammo fino a Firenze e tornammo indietro. Quindi, senza praticamente dormire, mi presentai per gli orali. Incredibilmente”, ma verrebbe anche da dire fortunatamente, per Antonello Venditti l’esame “andò bene: presi un bel 7”.



Più avanti nell’intervista – poi – ha dedicato anche uno spazio ad alcuni dei suoi pezzi più famosi, basati proprio sulla sua esperienza scolastica: è il caso, tra gli altri, di ‘Giulio Cesare‘, che dedicò alla sua scuola, frequentata “quando i professori ti davano del lei e c’era un certo decoro, nel senso che si doveva andare tutti vestiti bene, i maschi pure con la cravatta. Non come oggi – ha accusato Antonello Venditti pensando ai giovani contemporanei – che puoi andare a scuola pure in pigiama”; ma anche della canzone ‘Che fantastica storia è la vita‘, nella quale confessa che “mio padre e mia madre mi volevano dottore“, ed oggi racconta – con ironia – che “io li ho accontentati. Nel senso che mi sono laureato in giurisprudenza. Ma dopo aver fatto il mio dovere di figlio, ho fatto quello che piaceva a me”. Quella laurea, però, ad Antonello Venditti è comunque servita, perché oggi “con un avvocato ho preparato una proposta di legge per inserire la musica popolare nella Costituzione come tutte le arti, il cinema, il teatro”.