«Ho venduto io il metadone, era una boccetta»: la conferma dopo le parole di ieri del suo avvocato arriva direttamente dal pusher Aldo Maria Romboli, a sua volta tossicodipendente e reo-confesso dell’aver venduto la dose forse letale ai due ragazzi di Terni morti nel sonno, Gianluca Alonzi e Flavio Presuttari rispettivamente 15 e 16 anni. Nell’interrogatorio riportato da La Nazione l’avvocato Massimo Carignani ha aggiunto «E’ disperato, fortemente provato»: di quel tremendo lunedì sera gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’esatta sequenza dei fatti. In attesa delle autopsie che avverranno al più tardi sabato prossimo a Perugia, il 41enne arrestato ha spiegato ai magistrati che per quella boccetta di metadone i due ragazzini hanno speso 15 euro: «E’ una persona distrutta, stiamo parlando di una persona di cui è nota la tossicodipendenza», ribadisce l’avvocato confermando che il suo assistito non ha cambiato versione nel secondo interrogatorio e non richiede al momento misure alternative al carcere. (agg. di Niccolò Magnani)
L’ARRESTO DEL PUSHER
Si è svolta oggi una conferenza stampa del procuratore di Terni, Alberto Liguori, durante la quale ha aggiornato sulle indagini in corso in merito alla morte dei due ragazzi trovati senza vita in casa. Si tratta di Gianluca Alonzi e Flavio Presuttari, quindici e sedici anni, i quali avrebbero incontrato la morte dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti. Nelle passate ore un uomo di 41 anni, pusher tossicodipendente, è stato fermato con l’accusa di aver venduto ai due ragazzi del metadone. E’ questa la principale novità annunciata dal procuratore che, come spiega SkyTg24 nel corso della conferenza ha commentato: “Abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è accaduto. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere”. Il magistrato ha poi ribadito come la procura forse ha avuto fortuna nel corso delle indagini, così come i carabinieri potrebbero aver avuto il giusto intuito investigativo: “Nel giro di pochissime ore avevano già imboccato la strada giusta”, ha proseguito. Il riferimento è proprio al fermo del 41enne è stato ipotizzato il reato di morte come conseguenza di altro delitto. “Abbiamo lavorato con i giovani che hanno dato una grande mano indirizzandoci e restringendo campo di azione. Ci hanno condotto verso il sospettato”, ha proseguito il procuratore.
RAGAZZI TROVATI MORTI IN CASA: PUSHER AMMETTE DI AVER DATO IL METADONE
Gli investigatori, intanto, hanno già acquisito a carico dell’uomo una serie di indicazioni convergenti. Per il procuratore di Terni però non è corretto parlare di “stupefacente” rispetto alla sostanza assunta dai due ragazzi trovati morti: “Gli esami tossicologici serviranno per capire, ci affideremo agli specialisti e vedremo cosa troveremo”, ha concluso. Resta per ora l’ipotesi che i due giovani possano aver ingerito una sostanza che li avrebbe poi portati a stare male poco dopo, fino al decesso. Non si esclude che i ragazzi possano aver assunto metadone o codeina (o entrambi) ma saranno le autopsia e gli esami tossicologici a chiarire ogni dubbio. Intanto in casa del 41enne è stata sequestrata una bottiglietta con all’interno probabilmente la sostanza sospetta. Il difensore dell’uomo fermato, avvocato Massimo Carignani, ha spiegato che il suo assistito “ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente”. Nella giornata di domani è attesa l’udienza di convalida del fermo. Stando a quanto riferito da La Nazione, tuttavia, l’uomo avrebbe già ammesso: “Sì, gli ho venduto io il metadone e sono distrutto”.