C’è un fenomeno di bullismo che forse in pochi conoscono ma che è molto diffuso, ed è quello nei confronti dei bambini che soffrono di allergie alimentari. Come scrive il Corriere della Sera, spesso e volentieri i bulli tendono a sventolare di fronte agli occhi dell’allergico cibi che non può mangiare, se non addirittura metterglieli nel suo piatto intenzionalmente. A segnalarlo sono stati gli esperti durante il recente congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic), commentando i dati di uno studio pubblicato sul Journal of Pediatric Psychology. Secondo quanto emerso, un ragazzino su tre con allergie alimentari è stato vittima almeno una volta di bullismo; due volte su tre si è trattato di violenze psicologiche o verbali, mentre la metà dei ragazzini è stata esposta a gesti gravi; ad esempio, un bambino è stato costretto a mangiare cibo che non avrebbe potuto ingerire, andando incontro ad una grave reazione allergica.
A complicare ulteriormente la situazione, il fatto che solo il 12 per cento dei genitori è a conoscenza di questi atti di bullismo, che vengono quindi quasi sempre taciuti dalla vittima. «Sappiamo per esempio – ha commentato Gianenrico Senna, presidente Siaaic – che anche gli asmatici sono più a rischio di essere vittime di bullismo, inoltre un recente studio italiano su 200 ragazzi con dermatite atopica ha rivelato che 4 su 10 hanno sperimentato le angherie dei bulli, diventando oggetto di prepotenze, scherzi e appellativi sgradevoli. Tanti hanno ammesso che questi atteggiamenti dei coetanei hanno avuto un impatto consistente sulla loro qualità di vita: il 65 per cento si è isolato dagli altri, il 51 per cento dice di avere difficoltà nella relazione con i compagni dell’altro sesso, il 44 per cento ha rinunciato ad andare alle feste o ad altre attività con gli amici, il 29 per cento ha addirittura perso giorni di scuola nel tentativo di evitare i soprusi».
RAGAZZINI CON ALLERGIE ALIMENTARI VITTIME DI BULLISMO: “POSSONO APPARIRE PIU’ DEBOLI…”
Ilaria Baiardini, psicologa e psicoterapeuta esperta di bullismo e malattie allergiche dell’Università di Genova e Università Humanitas di Milano, ha aggiunto: «Per un bambino o un ragazzino allergico la probabilità di subire aggressioni fisiche è del 50 per cento più alta rispetto ai coetanei sani, quella di essere presi in giro è addirittura cinque volte maggiore. Questi ragazzini possono apparire più deboli e attaccabili a causa delle limitazioni indotte dalla malattia nella possibilità di partecipare alle attività di gruppo come lo sport, le gite, il pasto in mensa: un momento, quest’ultimo, che può essere molto difficile per i giovanissimi con allergie alimentari, che sono limitati nelle scelte, non possono mangiare lo stesso pasto dei compagni e sono costretti a consumarne uno “speciale”, finendo così per essere più spesso isolati dagli altri».
Gianenrico Senna conclude dicendo che sia fondamentale imparare a riconoscere i segnali del disagio: «Occorre diffondere maggiore consapevolezza del fenomeno del bullismo contro gli allergici, fra i genitori ma anche a scuola e in tutti i luoghi di ritrovo dei ragazzini: mamme e papà, così come gli insegnanti, devono imparare a riconoscere i segnali di disagio ed è importante diffondere informazioni corrette sulle allergie a tutti i livelli, per ridurre i pregiudizi e lo stigma nei confronti dei pazienti e proteggerli dal bullismo».