Un nuovo episodio di violenza nei confronti di un cane da parte di alcuni ragazzini. Questa volta è accaduto nel comune di Acate, un paese di circa 10mila abitanti in provincia di Ragusa, in Sicilia, dove un cagnolino indifeso è stato trovato con le orecchie tagliate. Come riferisce l’edizione online del quotidiano La Stampa, ad aggredire il povero amico a quattro zampe starebbe stato un gruppo di bambini, tutti molto piccoli, fra i 9 e i 10 anni di età, lo scorso 14 aprile.
Non si sa bene per quale motivi i ragazzini abbiano deciso di prendersela con il cane, mutilandolo in maniera barbara, ma fortunatamente lo stesso animale è sopravvissuto ed è al momento vivo e vegeto. L’episodio si è verificato in un quartiere popolare di Acate, dove i bambini, con tanto di coltelli e forbici, se la son presa con un cucciolo di randagi, che probabilmente altro non voleva se non un po’ di compagnia e di gioco. Ma gli stessi ragazzini, invece di giocare con gli animali, si sono avventati su uno di loro, l’hanno preso e gli hanno tagliato le orecchie.
TAGLIANO ORECCHIE A CUCCIOLO DI CANE: I MEDICI LO HANNO CHIAMATO LEONE
Subito dopo il fatto, il cucciolo ha iniziato a guaire in maniera straziante, e attirato da queste urla un ragazzo ha avvisato le forze dell’ordine, poi intervenite sul posto anche con un veterinario. Sul posto si sono recati di preciso i carabinieri e la polizia municipale, che hanno individuato i ragazzini, mentre il cagnolino, quasi completamente coperto di sangue, veniva soccorso e tratto in salvo. Fortunatamente la vicenda ha avuto un lieto fine visto che le orecchie gli sono state ricucite, e uno dei medici che si è occupato del cucciolo ha spiegato che «È stato coraggioso», e in seguito lo stesso è stato chiamato Leone, proprio per il suo coraggio. Purtroppo non ha avuto la stessa fortuna il piccolo Tyron, un cane che era stato impiccato negli scorsi giorni da un altro gruppo di ragazzini sempre siciliani, precisamente di Gela (provincia di Caltanissetta): soccorso ancora in vita era morto pochi giorni dopo.