Nel 1992, quando il fenomeno del grunge stava spazzando via le certezze cotonate del glam metal e catalizzando l’attenzione dell’industria musicale, la Epic Records pubblicava il disco di esordio di una giovane band di Los Angeles, un album che si rivelò fin da subito unico nel suo genere: Rage Against the Machine. Il 3 novembre si celebrano i trent’anni dall’uscita del disco dell’omonima band californiana che ha saputo combinare in una miscela originale l’energia e la rabbia del metal e del rap.
Chi, come lo scrivente, ha vissuto l’uscita del disco in tempo reale, ricorderà la grande sorpresa nella scoperta di una musica diversa in un periodo già parecchio in fermento, un vero e proprio pugno allo stomaco per la violenza delle parole e soprattutto per la botta sonora inaspettata che amplificava il rumore già enorme sollevato dai Nirvana, dai Pearl Jam e da tutto il Seattle Sound. Infatti temporalmente l’uscita di Rage Against the Machine si colloca circa un anno dopo quelle di Nevermind e Ten e anticipa sempre di solo un anno In Utero e Vs.
In questo periodo, certamente molto ricco di proposte discografiche, il merito del disco è stato quello di non farsi stritolare in mezzo a tanti capolavori ma anzi di ritagliarsi uno spazio ben definito. Tutto il disagio della generazione X, combinato con la potenza del metal, il ritmo incalzante del funk, l’irruenza del grunge e la forza delle parole del rap, è stato incanalato dai Rage in un unico suono. Le rime sputate con rabbia dal rapper Zach de la Rocha, la linea funkeggiante del basso di Tom Commerford, i piatti pestati da Brad Wilk e le distorsioni violente di chitarra del rocker Tom Morello schiantavano l’ascoltatore al muro.
Nonostante si abbia la percezione dell’utilizzo di sintetizzatori, nelle note di copertina è riportato a chiare lettere che: “No samples, keyboards or synthesizers” sono stati utilizzati per la realizzazione del disco. Infatti Tom Morello, con il suo stile eclettico, ricorre spesso all’utilizzo di delay e di feedback per trasformare sostanzialmente il suono della sua chitarra. Come detto, una proposta musicale nuova e, per quanto si possano cogliere delle sonorità già sentite in precedenza da parte dei Living Colour, dei Beastie Boys e dei Red Hot Chili Peppers, nulla è davvero comparabile con il suono dei RATM, nemmeno se si vanno a prendere le band arrivate dopo di loro.
Pur non avendo avuto la portata rivoluzionaria di certe band, del folk e del rock prima e del punk e del grunge poi, quella dei Rage, per un breve lasso di tempo, ha rappresentato l’essenza della lotta al sistema: Killing in the name e i suoi ripetuti “f*** you (ben sedici) era l’emblema della canzone di protesta, Know your enemy con la sua furia battagliera scaldava gli animi sfidando i potenti e le note di Bullet in your head venivano portate in giro nelle manifestazioni studentesche (pure qua da noi) e scatenavano il pogo.
Sono tante le rivendicazioni sociali trattate nei loro testi: dalla difesa delle minoranze alla lotta contro il capitalismo, dal contrasto delle diseguaglianze sociali al rifiuto di ogni forma di autoritarismo.
Che sia stato un album di protesta lo si coglie subito dalla celebre copertina dell’album, quando ancora le cover venivano guardate, foto reale che ritrae un monaco buddista avvolto nelle fiamme in segno di dissenso nei confronti dell’oppressione del governo vietnamita.
Col tempo, per quanto la produzione musicale sia continuata con diversi stop & go, la furia originaria dei RATM ha perso forza, la spinta creativa è implosa e il desiderio di libertà si è infranto contro i loro stessi sogni. I Rage non hanno restituito il potere al popolo (take your power back!) ma sono riusciti ad alzare il volume (crank the music up!) della protesta e a dare voce agli oppressi. La loro musica non ha cambiato il mondo ma ha ispirato tanti che dalle loro canzoni hanno trovato coraggio e una fonte viva di espressione. Per chi invece semplicemente si è appassionato alla loro musica senza averne sposato il messaggio politico, il disco RATM rimarrà per sempre un documento di eccezionale potenza e originalità.